Un 'fantastico' sconosciuto: Samuel-Henry Berthoud

Una tradizione,31 vuole che Berthoud abbia conosciuto Balzac apprendendo, presso il suo atélier a Parigi, il mestiere di tipografo, ma le notizie biografiche dell’Autore, come si è visto, smentiscono totalmente quest’ipotesi.

L’Autore stesso [Berthoud], racconterà, nelle Petites Chroniques de la science, in che modo avvenne il suo primo ed insolito incontro con Balzac, nel 1829, durante una visita all’asilo di Charenton in compagnia dell’alienista Esquirol.

Berthoud, infatti, era molto interessato alla questione delle case di cura, ed aveva chiesto ad Esquirol di visitare Charenton. In seguito a questa visita, i due furono invitati a pranzo dal direttore dell’asilo, M. de Maupas.

Fu proprio durante questo pranzo presso il salone di M. de Maupas, che Berthoud ebbe modo d’incontrare per la prima volta Balzac, anche se in quest’occasione, l’impressione che Monsieur Honoré, «[…]jeune homme, petit, replet, à l’oeil noir et ardent, à la bouche large et démeublée.», ebbe su di lui, non fu proprio delle migliori.

In effetti, al termine di questo pranzo, al quale aveva preso parte oltre a Balzac anche un certo M. de Saunières, descritto dall’Autore come un uomo molto distinto; Esquirol rivelò a Berthoud che avevano appena pranzato con un homme de génie e con un fou e gli chiese chi fosse, a suo avviso, il folle e chi il genio.

L’Autore, che per tutto il pranzo era rimasto colpito dall’atteggiamento esaltato di M. Honoré, il quale si era lasciato andare «…à des utopies aussi amusantes qu’absurdes. », ed aveva notato, al contrario, una gran compostezza nel comportamento di M. de Saunières, non esitò a sostenere che il matto era senza dubbio M. Honoré.

Figurarsi la sorpresa del Nostro, quando venne a sapere, invece, da Esquirol che quest’ultimo era «…un jeune écrivain d’un immense avenir », mentre l’altro si credeva Dio in terra ed era in cura da oltre quindici anni.