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Spazio minimo in mare aperto

Progettare abitazioni galleggianti

Diversamente da quanto avviene nella progettazione di una abitazione, nella barca ci sono accorgimenti di cui bisogna tenere conto per poter garantire un suo uso corretto, nonostante questa non abbia stabilità su un piano orizzontale.
Il solido galleggiante, trovata la sua stabilità, tende a mantenere la figura di galleggiamento, determinata dalla forma della carena, che dovrebbe essere il più simile possibile al piano di galleggiamento, ovvero la superficie dell’acqua.
In presenza di un onda, l’imbarcazione seguirà la curva modificando il proprio as­setto orizzontale per assumere configurazioni inclinate.
Tali inclinazioni possono avvenire sia lungo l’asse trasversale, detto beccheggio o pitching, sia lungo l’asse longitudinale, abbiamo il rollio o rolling, ancora lungo l’asse verticale, yawing, anche se spesso ci troviamo di fronte ad azioni combinate. Esistono inoltre movimenti traslatori che l’imbarcazione può subire, in particolare parliamo di surfing nella traslazione longitudinale, swaying in quella trasversale e heaving in quella verticale. Condizione assai frequente è che correnti marine o venti angolati rispetto alla longitudinale, il risultato è il delinearsi della rotta effettiva, spesso diversa da quella teorica.

La capacità di una imbarcazione di affrontare le onde è detta tenuta a mare ed è una qualità che nasce dalla combinazione di sicurezza e comfort d’uso. A bordo non sono in gioco solo i moti innescati dall’ambiente circostante, ma anche quelli strettamente collegati dal moto del mezzo stesso. Nella barca a vela il movimento non è duro e sussultorio come nella barca a motore, ma caratteristica peculiare di tale navigazione sarà il fenomeno del moto sbandato. Differenti saranno quindi gli accorgimenti progettuali che caratterizzeranno gli allestimenti; nelle barche a motore si dovrà tenere conto dei sussulti violenti e si provvederà ad un ancoraggio antivibrazioni per le componenti, nelle barche a vela si terrà conto della condizione di barca sbandata inserendo un sistema basculante a cucine, forni ecc.

Rispetto ad altri mezzi di locomozione abitabili le imbarcazioni hanno una realtà molto più complessa in quanto anche quando sono in sosta si muovono, la barca è pertanto un elemento instabile che si muove in un elemento anch’esso instabile. Il guscio diventa quindi il confine, il limite, tra un mondo interno finito ed uno esterno infinito. Il mondo interno deve pertanto essere pensato in base all’uomo, al suo benessere, tenendo conto che si avrà di fronte una utenza spesso differenziata. I fattori che condizionano la progettazione sono di tipo psicologico, ergonomico, ma anche i fattori dina­mici, soprattutto in una barca a vela. Questi ultimi sono strettamente legati all’ergonomia, ma necessitano di ulteriori dati, nel senso che non esistono tabelle in cui si parli del dimensionamento legato al movimento. Il progettista dovrà pertanto conciliare la natura statica dei dati in suo possesso con l’aspetto dinamico che caratterizza il corpo umano.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Spazio minimo in mare aperto

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Informazioni tesi

  Autore: Gemma Caroli
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2008-09
  Università: Università IUAV di Venezia
  Facoltà: Design e Arti
  Corso: Teorie e metodi del disegno industriale
  Relatore: Raimonda Riccini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 221

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