La teoria delle aste e il collocamento dei titoli di stato: il caso italiano
I titoli di stato italiani
I titoli di stato sono dei valori mobiliari, dove “per valore mobiliare deve intendersi ogni documento o certificato che direttamente o indirettamente rappresenti diritti in società, associazioni, imprese o enti di qualsiasi tipo, ivi compresi i fondi comuni d’investimento italiani o esteri, ogni documento o certificato rappresentativo di un credito o di un interesse negoziabile e non; ogni documento o certificato rappresentativo di diritti relativi a bene materiali o a proprietà immobiliari, nonché ogni documento o certificato idoneo a conferire diritti di acquisto di uno dei valori mobiliari sopra indicati ed ivi compresi i titoli emessi dagli enti di gestione fiduciaria di cui all’art. 45 del testo unico delle leggi sull’esercizio delle assicurazioni” (art. 18bis L. 7 giugno 1974 n. 216).
Lo stato italiano colloca sia titoli di stato a breve termine (Buoni Ordinari del Tesoro –BOT–), sul mercato monetario, sia titoli a lungo termine (CCT, btp, ctz), sul mercato finanziario delle obbligazioni. Entrambi prendono la forma di obbligazioni ovvero di titoli di credito che attribuiscono al portatore il diritto di ricevere eventuali frutti periodici e il rimborso del capitale ad una certa data futura. Essi sono infatti dei documenti rappresentativi di un prestito.
Dopo l’avvenuta collocazione dei titoli sul mercato primario da parte dello stato essi possono essere rivenduti, essendo al portatore e non nominali, dagli acquirenti sul mercato secondario a prezzi variabili a seconda della quotazione del momento. Si è notata una certa propensione nel mercato primario a fare offerte, specialmente per i titoli a medio-lungo termine, pari alla valutazione che questi titoli hanno nel mercato secondario (quando i due mercati sono perfetti, non presentano cioè fallimenti come potrebbe essere l’asimmetria informativa) o al di sotto di questa (se il mercato non è perfetto).
Chi acquista un’obbligazione con cedole paga una somma per assicurarsi nel tempo una pluralità di incassi che possono essere reinvestiti ad un certo tasso (solitamente pari a quello di valutazione) producendo vari utili. Il prezzo sul mercato secondario dipende dal tasso di interesse in base al quale l’obbligazione viene valutata, ovvero in base al rendimento effettivo (il tasso di interesse che misura l’incremento complessivo di un capitale investito in obbligazioni, comprendente sia l’incasso sia il reinvestimento di tutti i flussi prodotti).
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Informazioni tesi
Autore: | Erika Schettino |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2010-11 |
Università: | Università Commerciale Luigi Bocconi di Milano |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Economia delle istituzioni e dei mercati finanziari |
Relatore: | Mario Gilli |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 29 |
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