Percorsi del giornalismo radiofonico in Liguria

Nel frattempo a Genova comincia a trasmettere Rete 105, prima a momenti alterni, poi stabilmente, ma Walter Miscioscia, andando spesso a Milano per comprare i dischi e fare le interviste, conosce bene l'emittente; così passa al contrattacco. Decide di puntare sull'ambito locale e, per fare ciò, sviluppa il settore dell'informazione, che a Rete 105 manca. Viene attivata una redazione giornalistica, e sull'informazione si concentrano diverse campagne pubblicitarie, anche televisive, ma, nei primi due anni tutto è lasciato all'improvvisazione e all'invenzione di un mestiere che nessuno sa fare. Ormai però è chiaro che Radio Babboleo fa parte delle abitudini dei genovesi e di molti liguri, per cui è urgente professionalizzare anche il nuovo settore.
Così, un giorno del 1985, viene invitato negli studi Pietro Ferro, ex caporedattore del “Secolo XIX”. Per una settimana, gli vengono spiegate le esigenze della radio e lui annuisce e prende appunti, dopodichè, un mattino, arriva e comincia a dare a tutti lezioni di giornalismo radiofonico, come se fosse sempre stato il suo mestiere, impostando il lavoro prevalentemente intorno alla cronaca locale.
L'informazione si rivela immediatamente un prodotto costoso, sia per le professionalità e le strutture di cui ha bisogno, sia per la tipologia delle trasmissioni che non forniscono all'emittente una remunerazione istantanea e le richiedono un grande impegno editoriale, ma qualche anno più tardi le prime indagini mostrano che nelle fasce orarie che includono i notiziari l'ascolto aumenta progressivamente.
L'obbiettivo diviene concentrarsi sul proprio universo: la Liguria, anche perché Radio Babboleo sa di essere la sola emittente cittadina in grado di estendere il proprio segnale quasi in tutta la regione.
[…] Conseguentemente a questi mutamenti, cambia anche il target d'ascolto, che passa dalla fascia d’età 18-30 a quella 25-45.
Ma la radio diventa grande nel 1990, quando, durante la visita di papa Giovanni Paolo II a Genova, trasmette in diretta la preghiera dell'Angelus e ancora di più nel 1991, seguendo ora per ora l'affondamento della Haven al largo di Arenzano; il racconto in diretta rappresenta per l'emittente locale un vero punto di forza.
Sempre nel 1990 i quattro soci fondano a Milano la holding Finradio, struttura che dopo pochi anni, nel 1996, fattura già 40 miliardi di lire.
Contemporaneamente, Gianni Miscioscia lascia le redini di Radio Babboleo al fratello Walter, per dedicarsi totalmente alla nuova impresa; dopodichè acquisisce partecipazioni in alcune emittenti locali di Torino e Bologna, oltre che a Radio Deejay, e comincia a produrre trasmissioni per l' ascolto e per il video. Infine, nel 1992, diventa proprietario della SPER, che sinora apparteneva all'Editoriale L'espresso. De Benedetti e Caracciolo, amici di vecchia data dei Miscioscia, vendono all'imprenditore genovese la società che conta nel suo listino 400 emittenti nazionali e locali.
“Dopo aver fatto l'editore e il produttore, mi attirava l'idea di entrare nel polmone finanziario che tiene in vita le radio”: con queste parole Gianni Miscioscia spiega il motivo dell'acquisto dichiarando poi di voler portare in pareggio il bilancio dell'azienda, che da tempo si trova in rosso, entro fine anno.