La valutazione del patrimonio intangibile nelle banche

Compreso cosa si intende per Capitale Intangibile ed accertata l’importanza strategica dei beni che lo costituiscono, è essenziale individuare ed analizzare i possibili strumenti di misurazione, anche se tale operazione è estremamente complessa, in quanto i beni immateriali, sia per le difficoltà connesse alla loro identificazione, che per la complessità nel definire i confini, sono difficilmente quantificabili. Alla luce di ciò, è sorta la necessità di utilizzare, accanto ai tradizionali criteri economico-finanziari usati per gli assets tangibili, degli indicatori di performance capaci di monitorare, qualificare e quantificare l’apporto degli intangibili nel potenziale d’innovazione, di crescita, di efficienza e di solidità di una organizzazione imprenditoriale. Nelle moderne strutture aziendali e bancarie, l’impiego di indici dinamici consente di valutare il processo di generazione di valore, non soltanto in termini di profitti originati dal patrimonio Umano, Organizzativo e Relazionale, ma anche in termini di potenziale di redditività del patrimonio stesso. La gestione dei beni immateriali non sarebbe attendibile se non si effettuassero delle rilevazioni periodiche, determinando così, il valore che viene creato dall’interazione tra il capitale intellettuale e la parte tangibile dell’impresa. Inoltre è necessario bilanciare adeguatamente elementi tangibili e intangibili; si sbaglierebbe a trattare il valore delle risorse immateriali allo stesso modo di quelli materiali. A tal proposito, la struttura del bilancio d’esercizio, così come è oggi prevista dal codice civile, non consente di esprimere il vero valore dei beni intangibili: solo per alcuni di essi è prevista la rilevazione nello stato patrimoniale.