La politica estera cinese e la questione nucleare nordcoreana: la nuova sfida del Nord Est asiatico

Avevamo lasciato in sospeso una Corea del Nord protagonista degli sviluppi internazionali più recenti, variabile impazzita fra l’utopico orgoglio isolazionista e un realismo infantile, mal controllato. I risultati positivi ottenuti con la serie di incontri multilaterali “ a sei” tra Pyongyang, Seoul, Washington, Pechino, Tokyo e Mosca, sono stati oscurati dal ritiro di Pyongyang dal tavolo delle negoziazioni ad aprile dello scorso anno. Reciproca sfiducia e intransigenza, soprattutto da parte di Washington e Pyongyang, non hanno aiutato a proseguire il dialogo volto ad affrontare la sistematica politica nucleare nordcoreana, riassumibile nei cinque punti indicati dall’Istituto Internazionale di Ricerca sulla Pace di Stoccolma (SIPRI):
1. Lo sfaldamento dell’Unione Sovietica, partner ideologico e commerciale affidabile, insieme al profilarsi di un’alleanza stabile tra Stati Uniti e Repubblica di Corea (e del Giappone);
2. Il prolungarsi dell’isolamento diplomatico russo e cinese, specialmente dopo la normalizzazione dei rapporti di queste ultime con Seoul;
3. L’instabilità perenne lungo il confine del 38° parallelo, militarizzato;
4. la depressione economica decennale, che pone il Paese in posizione subordinata rispetto alle potenze regionali (in questo caso l’arma atomica assume una connotazione del tipo dual use. Oltre al convenzionale utilizzo militare, che soddisfa l’ambizione geopolitica, l’arricchimento di materiale fissile può essere impiegato per scopi civili: in questo modo offre una risorsa energetica non indifferente e fondamentale per la sostenibilità di un Paese dilaniato dalla crisi);
5. la coniugazione tra crisi economica interna e pressioni esterne per l’apertura al commercio e al mercato internazionale.
L’arsenale nucleare odierno comprende un numero di testate variabile ( da 2 a 15, secondo fonti autorevoli) compatibili con il vettore intermedio Nodong 1 (1.000 km di gittata, tecnologia esportata in Pakistan per la costruzione dello Shaheen, vedi “Il valore dell’alleanza con Islamabad, p.59), il noto Taepodong 1 (1.500-2.000 km di gittata), oggetto degli ultimi test nucleari, il missile intercontinentale balistico Taeopodong 2 (4.000-6.000 km di gittata) e l’intermedio Musudan a combustibile liquido, in fase di realizzazione (2.500-3.200 km). Circa l’efficacia dei test nucleari
nordcoreani, ci limitiamo a riportare come essi ironicamente abbiano avuto un unico risvolto positivo, cioè celebrare l’efficace contributo di un’organizzazione internazionale alla non proliferazione mondiale: in occasione della minaccia ad aprile 2009, il sistema di monitoraggio dell'Organizzazione del Trattato per la messa al bando dei test nucleari (CTBTO) aveva rilevato segnali sismici in tempo record e rilasciato una dichiarazione ufficiale immediatamente dopo:
“l’azione nordcoreana e` una grave violazione delle norme stabilite dal Trattato per la Messa al Bando dei Test Nucleari e in quanto tale meritevole di condanna universale”.