Josè Mourinho. Dalla tecnica calcistica alla tecnica di comunicazione

Nei confronti degli avversari, la caratteristica del Mourinho oratore è quella di esprimere giudizi al limite dello sprezzante, sempre con frasi brevi e in maniera concisa e netta. Ciò dimostra l’intento del tecnico di far giungere forte e chiaro ogni suo messaggio: meglio parlare poco ma nitidamente piuttosto che parlare a lungo senza dire nulla. In un mondo (quello del calcio) spesso dominato dall’ipocrisia, dalle frasi fatte e dai comportamenti omologati, Mourinho – con i suoi metodi diretti e senza peli sulla lingua – affronta giocatori, squadre e allenatori con una tattica sicuramente più “offensivista” di quella dimostrata in campo. Il portoghese intraprende con i mezzi di comunicazione un “campionato nel campionato”, vissuto come una vera e propria battaglia senza esclusione di colpi. A conferma di quanto appena detto, è lo stesso Mourinho, nella primavera del 2009, a commentare così il suo inedito look rasato: “Sono pronto, mi sono fatto un nuovo taglio di capelli, pronto per la guerra”.
Quelle con il tecnico francese dell’Arsenal sono sicuramente le liti più accese del periodo inglese. L’acredine tra i due – mai stati in buoni rapporti – raggiunge in suo apice dopo che il Chelsea viene eliminato dalla Coppa di Lega, ai rigori contro il Bolton. Il parere di Wenger è che “Il Chelsea abbia perduto la convinzione di essere invincibile”.
Apriti cielo. La risposta di Mourinho è al livello delle sue migliori uscite:
“Penso che Wenger sia un voyeur, una di quelle persone a cui piace guardare gli altri. Ci sono ragazzi che dalla loro casa usano un grosso telescopio per spiare in quelle degli altri. Wenger deve essere uno di questi. E’ una malattia. Lui è sempre lì a guardare cosa stiamo facendo.”