La tutela della proprietà nell’interpretazione delle corti

Con l’avvento della Carta Costituzionale, come anticipato, si compì un ulteriore passo avanti verso il rispetto dell’individuo, anche se in una visione collettivistica e solidaristica, in cui la solidarietà fu caratterizzata da una lettura non solo economica, ma anche politica e morale; in altri termini, la funzione sociale della proprietà e dell’impresa, pur identificandosi in queste maggiori produttività e redditività, tendeva anche alla realizzazione della persona umana e della dignità sociale ai sensi degli art. 2, 3 e 4 della Costituzione. Tuttavia, per dare attuazione a queste finalità, l’ordinamento dovette far riferimento alla legge, dunque alle c.d. regole di conformazione. Questo intervento della legge sulla proprietà mira a salvaguardare la coesistenza dell’interesse individuale del proprietario con quello della collettività, di modo che gli interessi del singolo e quelli generali risultino in equilibrio il più possibile. Tali regole di conformazione si manifestano, oltre che nell’imposizione di limiti, anche nella disciplina di acquisto e di godimento della stessa proprietà, disciplina che però deve prevedere oneri ed obblighi in capo al proprietario, controlli di destinazione del dominio o sull’esercizio delle prerogative proprietarie. Questi aspetti sono comprensibili solo se si tiene presente che vi sono interessi altri rispetto a quello del proprietario.