Trading online: analisi comparativa dei brokers

Devo in primis precisare che le commissioni legate ai servizi di investimento sono presenti sia che l’investitore operi recandosi presso lo sportello bancario sia che operi comodamente da casa propria attraverso il canale Internet. In particolar modo dall’indagine da me effettuata presso i brokers analizzati che mantengono ancora attivo il canale tradizionale di investimento, emerge subito che presso tale canale sono praticate delle commissioni maggiori e a queste ultime si aggiungono ulteriori spese fisse definite “spese di informativa” in quanto destinate a coprire il costo di accesso alle informazioni sulle quotazioni di mercato real time effettuato dal broker per conto del cliente. Entrando nel dettaglio, le commissioni di trading differiscono a seconda del broker che si sceglie per operare, del canale utilizzato (sia esso on-line o off-line) e dei titoli trattati. Inoltre, le commissioni legate al trading sono determinate secondo diversi metodi. Il metodo più diffuso è la definizione di una commissione percentuale che incide e varia a seconda del valore intermediato; il valore così ottenuto poi può essere modificato con la determinazione di commissioni minime e/o massime (con la previsione di commissioni minime gli intermediari stimolano la clientela ad effettuare investimenti di importo non al di sotto di un certo ammontare; con la previsione di una commissione massima invece invogliano ad investire somme sostanziose) e tale ultimo importo può infine essere integrato con spese fisse (ciò accade principalmente per gli investimenti effettuati presso i canali tradizionali come già detto prima). Un metodo alternativo è l’adozione di una commissione fissa per ordine eseguito indipendentemente dall’importo dell’investimento.