Il rimpatrio assistito del minore straniero non accompagnato
Il ruolo del Comitato nel rimpatrio assistito del minore straniero non accompagnato
Dopo l’introduzione del D.P.C.R. 535/1999, vengono pubblicate nel gennaio 2001, le prime linee guida del Comitato destinate ad essere aggiornate nel 2003 stante la necessità di recepire le variazioni in materia di minore straniero dalla legge 189/2002, le quali, nel loro insieme, affrontano il problema del rimpatrio assistito del minore straniero non accompagnato precisando che:
“Di fronte al caso di minorenne “solitario” entrato clandestinamente nel territorio dello Stato (…), la legge non prevede che ci si debba necessariamente occupare di lui a tempo indeterminato né, d’altra parte, che lo si debba trattare come ogni altro clandestino, e quindi allontanarlo dal territorio nazionale nei modi previsti per tutti coloro che vi fanno ingresso senza autorizzazione. Occorre invece adottare un trattamento differenziato, applicabile soltanto ai minorenni che versano in questa condizione. Tale trattamento consiste nel “rimpatrio assistito”.
L'applicazione di questo istituto è di competenza esclusiva del Comitato per i Minori Stranieri, il quale, per raggiungere la sua decisione, ha il dovere di rispettare l'interesse del fanciullo a norma dell'art. 3 della già citata Convenzione di New York, quindi precisamente, tenere l'interesse del fanciullo come una considerazione preminente.
La valutazione di tale interesse da parte del Comitato non può essere fatta in modo generale, ma tenendo conto, in ciascun caso, dell'interesse concreto di ogni singolo minore, delle condizioni nelle quali si è realizzato il temporaneo soggiorno del minore straniero nel territorio nazionale, dell’inserimento del minore nella realtà locale, dei rapporti affettivi creati, nonché delle condizioni che il minore troverebbe al suo rientro nel paese di origine.
Il tutto, auspicabilmente, nel minor tempo possibile per evitare danni ulteriori ad una personalità ancora in formazione, molto più fragile di quella dell’adulto. Un periodo prolungato di solitudine e forte instabilità sul proprio futuro può indurre il minore, la cui identità è ancora in fieri, ad abbandonare i percorsi di integrazione e per volgersi invece a più apparentemente concreti percorsi di devianza, una scelta questa che comprometterebbe inevitabilmente il futuro percorso di vita del minore.
Nella valutazione, del tutto discrezionale, di ciò che è nel preminente interesse del minore, il Comitato potrebbe tenere in considerazione che la Risoluzione del Consiglio dell’Unione Europea del 26 giugno 1997 ritiene che “(uno stato membro) può rimpatriare il minore nel paese di origine o rinviarlo in un paese terzo disposto ad accettarlo soltanto se vi siano disponibili per lui, al suo arrivo, un'accoglienza e assistenza adeguate(…).”, non necessariamente offerte dai genitori o dalla famiglia di origine (la quale potrebbe essere troppo lontana dal luogo in cui il minore rimpatriato potrebbe seguire corsi di formazione professionale o che potrebbe non avere mezzi sufficienti per provvedere al suo mantenimento) ma piuttosto da un istituto di assistenza in grado di accoglierlo e disponibile a farlo. Oppure, al contrario, il Comitato potrebbe considerare una scelta migliore per il futuro del minore vivere in un ambiente familiare sostitutivo in un Paese straniero che non vivere in un istituto di assistenza nel proprio Paese di origine.
Il Comitato potrebbe trovarsi di fronte al caso in cui i genitori pur avendo i mezzi sufficienti si rifiutano di provvedere al minore (e quindi rifiutano il suo rimpatrio), situazione per la quale si potrebbe pensare che il Tribunale per i minorenni dovrebbe dichiarare la decadenza dei genitori dalla potestà genitoriale e lo stato di adottabilità, ai sensi della legge 184/83, artt. 12 e 15.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Il rimpatrio assistito del minore straniero non accompagnato
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Informazioni tesi
Autore: | Rossella Spotti |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi di Parma |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Tiziana Sartori |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 138 |
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