La vendita dei beni di consumo

Tale premessa costituisce un presupposto ineludibile per comprendere a fondo il dibattito dottrinale che è sorto in seguito all’emanazione della direttiva 44/99/CE, rinvigoritosi dopo l’entrata in vigore del D.Lgs. n. 24 del 2002 di attuazione, caratterizzato dalla contrapposizione di soluzioni interpretative tra loro diverse ma tutte guidate, appunto, dal tentativo di ricondurre la nuova disciplina nell’alveo di letture già sperimentate dal sistema accolto dal nostro codice civile dagli artt. 1490-1497 c.c..

Le due linee di pensiero che si sono contrapposte in materia possono definirsi, con un certo tasso di approssimazione, teoria della responsabilità e teoria della garanzia. Secondo la prima di tali impostazioni la nuova disciplina, attraverso il ricorso alla nuova categoria del difetto di conformità al contratto, senza distinguere tra le varie tipologie in cui esso si può concretizzare, avrebbe comportato un ampliamento dell’area della responsabilità da inadempimento. Quest’ultima, in altre parole, si sarebbe estesa fino al punto di sanzionare il manifestarsi, nel bene compravenduto, di tutti quei vizi che la disciplina generale della vendita, in ossequio all’impostazione risalente al diritto romano, inserisce, invece, nell’ambito della garanzia.
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Del resto, viene sottolineato in tale direzione, negli ultimi anni si è sviluppata, grazie al diritto comunitario, una copiosa normazione dei contratti stipulati dai consumatori che deve essere interpretata e applicata, secondo l’orientamento dominante della Corte di Giustizia, prevalentemente secondo i dettami del diritto comunitario prima ancora che di quello interno, con tutti i problemi di coordinamento che ne derivano.

Alla fine, il quadro di riferimento non può che essere complesso già sul piano definitorio, dal momento che l’interprete si trova di fronte all’utilizzo di termini che possono fare parte anche del nostro patrimonio lessicale giuridico, ma che sono stati usati dal legislatore comunitario avendo presente riferimenti il più possibile comuni ai paesi destinatari.