L'olimpiade come marca. Identità visiva e strategie di brand da Tokyo 1964 a Londra 2012.

Passati otto anni dall'edizione di Monaco, nel 1976 si tenne l'Olimpiade di Montreal, la cui immagine coordinata fu fortemente ispirata al design di Otl Aicher (si utilizzarono tra l'altro gli stessi pittogrammi dell'edizione precedente). Fu però fu un'Olimpiade fallimentare dal punto di vista economico per il Canada. Non la tratterò suo malgrado in maniera approfondita poiché credo che Mosca 1980 possieda dei caratteri più interessanti in relazione all'oggetto di interesse di questa tesi. Tra l'altro, osservare degli eventi (in questo caso le Olimpiadi del 1972 e del 1980) situati a una certa distanza temporale fra loro consente di cogliere meglio le differenze e similarità, da molteplici punti di vista. Se ritorniamo al 1972, il messaggio primario che l'emblema olimpico (il ―Radian Munich) cercò di esprimere risultava abbastanza particolare ed innovativo in quanto non legato al carattere specifico della città ospitante, Monaco; il simbolo era aderente al sentire artistico dei tempi e dotato di modernità espressiva, nonché liberamente interpretabile dal pubblico. Per quanto riguarda Mosca, invece, la situazione fu totalmente diversa: anch'essa si avvalse di un'eccellente progettazione visiva (a opera di designer russi), ma si fece allo stesso tempo portatrice di un messaggio molto forte legato all'identità sovietica e al modo in cui essa voleva esser vista dagli altri paesi. Anche in questo caso ho inserito alcune immagini rappresentative degli elementi principali costituenti l'identità visiva di Mosca 1980; ma prima di osservare l'aspetto grafico-identificativo è necessario esporre brevemente il ruolo storico e politico dell'Olimpiade in quell'anno.