L'antropologia giuridica nell'opera di Johann Jakob Bachofen

Il passaggio alla ginecocrazia demetrica, attraverso la cruenta fase dell’amazzonismo, non fa che istituzionalizzare quello che durante l’anarchia eterica costituiva più un’evidenza naturale che un vero e proprio istituto giuridico. La matrilinearità, con il supporto del matrimonio monogamico, diventa uno dei capisaldi del periodo matriarcale. Lo stadio demetrico, rappresenta già un processo nello sviluppo dell’umanità: «Con la sconfitta dell’eterismo e dell’amazzonismo, infatti, diviene definito il passaggio al mondo della regolarità, dell’esclusività e dell’agricoltura che è governata, allo stesso modo del matrimonio, da una sola legge, “il diritto materiale della ginecocrazia”».
L’abuso esercitato dai maschi contro le donne ha scatenato una reazione di ribellione da parte di quest’ultime, spingendole a trasformarsi in “guerriere”, ruolo che andava contro la loro naturale “inclinazione” alla pace. Un simile «attacco contro i diritti delle donne» avrebbe portato queste ultime alla resistenza armata per il bisogno di un’esistenza migliore (fase dell’amazzonismo): «Per una legge radicata nell’animo umano e specialmente nella natura femminile, l’eterismo doveva necessariamente condurre all’amazzonisismo. Degradata dall’abuso dell’uomo, la donna prova innanzitutto il desiderio di una condizione più sicura e di un’esistenza più pura». Quindi, ogni degenerazione o esasperazione è sempre il prodotto di un abuso.
Dell’amazzonismo, Bachofen fornisce due accezioni: la prima negativa, l’altra positiva. Al suo primo apparire «esso costituisce un passo innanzi della vita verso una forma più pura, un passaggio non solo necessario ma apportatore di conseguenze benefiche allo sviluppo umano. In esso il senso del superiore diritto della maternità si contrappone per la prima volta al desiderio sensuale e di forza fisica; in esso sta il primo germe di quella ginecocrazia che fonda sul potere della donna l’incivilimento politico dei popoli». La forma di vita amazzonica si rivela una prima manifestazione e una vera preparazione della ginecocrazia coniugale» solo in seguito, «nei più tardi stadi di civiltà», l’amazzonismo rappresenterà un regresso e una perversione.
Dopo la fase dell’amazzonismo, sarebbe seguita la fase della ginecocrazia pacifica, caratterizzata dal matrimonio monogamico e dal culto di Demetra, accompagnati dal dominio politico, sociale e religioso della donna, all’insegna della stabilità e della pace e sicurezza. Questo stadio prende il nome della sacerdotessa Demetra, che discende dalla «madre terrestre», per diventare «la rappresentante mortale della madre primordiale tellurica», che come ierofante, «ne amministra i misteri». In questa fase la Terra deve la propria maternità al contatto di colui che la “coltiva” e al quale essa dà alla fine i frutti delle sue viscere: la donna, imitando la Terra, diventa ora madre grazie a una unione esclusiva con un uomo al quale resta fedele. Poiché il matrimonio è un mistero di Demetra, la donna presta giuramento di fedeltà coniugale davanti a questa dea e alla figlia Core.
La ginecocrazia demetricamente ordinata si colloca dunque in un punto intermedio, quale fase di transizione dell’umanità da stadi inferiori di esistenza: «In un’epoca precedente alla società ellenica, la ginecocrazia e la presenza del diritto materno segnarono, a giudizio di Bachofen, una fase di grande elevazione morale della vita e del costume». Bachofen esamina l’ordine della sua esposizione in corrispondenza alla sequenza di tali stadi. Perciò analizza dapprima il rapporto della ginecocrazia con l’eterismo, e quindi «il progresso del diritto materno al sistema paterno».