La politica di coesione e il processo di convergenza in Europa

Un'Unione con 27 Stati membri conta una popolazione di circa 490 milioni abitanti, con un incremento di poco meno del 30% rispetto all'Unione a 15. Non altrettanto rilevante è, invece, la variazione del PIL pro capite medio comunitario che si riduce notevolmente, variando dal 33,2% della Bulgaria al 251% del Lussemburgo. Ma ancora più evidenti sono le disparità regionali: molte delle regioni dei 12 nuovi membri ha un livello di reddito inferiore alle più povere regioni della “vecchia Europa-15”; un livello di poco distante dalla media comunitaria si registra solo a Cipro e Malta, in Slovenia e nelle regioni di Budapest, Praga e Bratislava. Le disparità di reddito scaturiscono, principalmente, da livelli di produttività molto diversi, dovuti sia alla composizione territoriale delle economie sia alla capacità delle imprese. Vi è, difatti, uno scarto enorme tra le regioni con i livelli di produttività più elevati dell'Unione e le aree con i livelli più bassi, all'interno dei nuovi Stati membri. Complessivamente, nel 2004, 49 delle 55 regioni dei nuovi Stati membri hanno un livello di reddito (Ppa) inferiore al 75% della media dell'UE-27, questo è uno dei motivi principali per cui la politica d'intervento comunitario necessitava di modifiche immediate. Il dibattito sul nuovo periodo di programmazione si avvia nel marzo del 2004 con la comunicazione della Commissione, al Consiglio e al Parlamento europeo, “Costruire il nostro avvenire comune. Sfide e mezzi finanziari dell’Unione allargata 2007-2013” che definisce un progetto politico per rispondere alle sfide dell'Europa allargata, delineando obiettivi e mezzi finanziari per la nuova fase di programmazione.