Il matrimonio nel Magistero della Chiesa cattolica: dall'Arcanum divinae sapientiae (1880) alla Humanae vitae (1968)

Sul modello biblico della relazione fra l’uomo e la donna Gesù costruisce l’ideale cristiano del matrimonio: su queste basi si sviluppa la concezione cristiana del sacramento del matrimonio con le sue connotazioni di unità, fedeltà ed indissolubilità Il sacramento del matrimonio si attua e si rinnova quando i coniugi si uniscono consapevoli del profondo significato del proprio gesto che li rende partecipi dell’amore creatore di Dio . Il matrimonio è simbolo sacramentale dell’antica Alleanza fra Dio ed il popolo di Israele rinnovata dall’Alleanza di Cristo con la Chiesa; l’essere, nel matrimonio, una sola carne è segno sacramentale di questa alleanza in quanto rende visibile l’amore di Dio per l’umanità e l’amore di Cristo per la Chiesa. L’adulterio è peccato grave perché, rompendo l’alleanza fra l’uomo e la donna, falsifica questo segno. Giovanni Paolo II sottolinea che nel sacramento del matrimonio la proprietà dell’indivisibilità riceve fondazione e forza assolutamente uniche, in quanto la base stessa del sacramento è l’indissolubile amore di Cristo e della Chiesa. Questo amore si riflette nell’indissolubilità del matrimonio ed al contempo la rende possibile. Il valore sacramentale del matrimonio emerge già nella Genesi. Giovanni Paolo II, nella sua teologia del corpo, evidenzia che sin dal principio il corpo, con il suo significato sponsale, è sacramento primordiale: attraverso il corpo, nella sua mascolinità e femminilità, si rivela il profondo mistero dell’Amore di Dio. La fecondità della coppia è segno della fecondità dell’Amore di Dio. La sacramentalità del matrimonio trova la sua conferma definitiva grazie alla Incarnazione di Cristo e alla Redenzione che ne scaturisce.