I paesi petroliferi dell'Africa sub sahariana

“Petroleum, after all, is nothing but a black viscous material”
(Karl T.L., The paradox of plenty. Oil booms and petro-state, Berkeley: University of California press, 1997)

Molti paesi in via di sviluppo hanno spesso diverse caratteristiche in comune. Una di queste è sicuramente lo stato di profonda arretratezza socioeconomica in cui sono relegati. Ma restringendo il campo d’analisi vediamo che c’è un’altra peculiarità che accomuna una serie di paesi in via di sviluppo e che li rende particolarmente meritevoli di un’attenzione ulteriore rispetto agli altri: il possesso di enormi quantità di risorse naturali.

Oro, diamanti, gas naturale, carbone, petrolio ed altri ancora sono considerati, in condizioni normali, delle vere e proprie «benedizioni della natura», gli elementi che possono determinare le sorti di un paese, farlo passare da «ultimo della classe» ad economia sviluppata.

Ma l’assioma ricchezza di risorse-sviluppo non sempre funziona: molti paesi arretrati ma ricchi di risorse naturali non sono riusciti – e tutt’oggi non riescono – a tramutare tutto ciò in crescita e sviluppo. Questa è una peculiarità che accomuna un gruppo ancor più particolare di paesi in via di sviluppo.

In questo secondo breve capitolo verranno affrontati due aspetti preliminari: i concetti di Stato rentier (o rentier state) e di resource curse. Questi elementi rappresentano, ai fini della nostra analisi, i primi passi per poter affrontare in seguito gli aspetti dei sistemi economici prima, politico-istituzionali poi, dei paesi sub sahariani produttori – e quindi esportatori – della risorsa naturale per eccellenza: il petrolio.