Analisi critica del panorama normativo italiano in merito alla progettazione, l’omologazione e l’impiego delle barriere di sicurezza stradali
Normativa Europea e Decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del 21 giugno 2004
La legislazione italiana si affianca alla normativa europea per le barriere di sicurezza, forse da ritenersi più completa e complessa, Panorama normativo italiano costituita dal documento emanato dal CEN (Comité Européen de Normalisation) del marzo 1995, diviso in 6 parti, disponibile in lingua italiana nella normativa UNI EN 1317.
• La parte 1 (UNI EN 1317-1) stabilisce una terminologia comune a livello europeo che permette una chiara identificazione dei prodotti che sono presenti sul mercato con caratteristiche, tipologie e funzioni molto diverse; stabilisce anche i criteri generali per i metodi di prova ed i parametri che devono essere
tenuti in considerazione per i relativi metodi di calcolo;
• La parte 2 (UNI EN 1317-2) indica i diversi livelli di prestazione per le barriere di sicurezza stradali, relativi a tre criteri: livello di contenimento, livello di severità dell’urto, deformazione;
• La parte 3 (UNI EN 1317-3) descrive i requisiti di prestazione e i
criteri di accettabilità per gli attenuatori d’urto, installati per ridurre la gravità dell’impatto di un veicolo contro la barriera di sicurezza;
• La parte 4 (UNI EN 1317-4) descrive le classi di prestazione, i criteri di accettazione per la prova d’urto ed i metodi di prova per le parti terminali e le parti di collegamento delle barriere di sicurezza;
• La parte 5 (UNI EN 1317-5), recentemente emanata (2007), sancisce i criteri per la valutazione di conformità dei dispositivi di ritenuta;
• La parte 6 (UNI EN 1317-6) in fase di elaborazione, riguarderà la curabilità e la valutazione di conformità dei parapetti per pedoni;
Tale normativa distingue i sistemi di ritenuta stradale in due gruppi a seconda che siano destinati a veicoli o a pedoni.
I sistemi di ritenuta per veicoli vengono classificati in:
-letti d’arresto: aree di margine riempite con materiali particolari, aventi lo scopo di favorire la decelerazione e frenare i veicoli;
-cuscini d’urto: dispositivi ad assorbimento energetico, installati in prossimità di un oggetto rigido, in modo da ridurre la gravità dell’urto. Possono essere ridirettivi e non, a seconda che ridirigano o contengano i veicoli;
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-terminali: ancoraggi finali delle barriere di sicurezza;
-barriere di sicurezza propriamente dette, che possono essere:
-permanenti o temporanee,
-deformabili o rigide,
-a letto singolo o doppio, a seconda che siano progettate per agire da un solo o da entrambi i lati;
-parapetti per veicoli: barriere installate sul bordo di un ponte, in prossimità di un muro di sostegno e simili.
I sistemi di ritenuta per pedoni, distinti in :
- guardrail per pedoni: situato lungo l’estremità del marciapiede allo scopo di evitarne lo scavalcamento ed il conseguente pericoloso attraversamento della strada;
- parapetti per pedoni: sistemi di vincolo per pedoni, installati lungo un ponte o simili.
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Analisi critica del panorama normativo italiano in merito alla progettazione, l’omologazione e l’impiego delle barriere di sicurezza stradali
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Informazioni tesi
Autore: | Vincenzo Interlandi |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2006-07 |
Università: | Università degli Studi di Catania |
Facoltà: | Ingegneria |
Corso: | Ingegneria civile e ambientale |
Relatore: | Salvatore Leonardi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 123 |
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