I consumi alimentari sostenibili e l'attività di Slow Food
Il rischio alimentare nella sua accezione etico-sociale
Il “rischio alimentare” si può intendere anche nella sua accezione etica e sociale. In questi termini è più consono parlare di “sicurezza/insicurezza alimentare”, cioè la possibilità o meno di garantire in modo costante e generalizzato acqua ed alimenti per soddisfare il fabbisogno energetico umano di cui l’organismo necessita per la sopravvivenza e la vita in condizioni igieniche accettabili. In Europa dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale il problema della fame è stato superato con la ricostruzione e l’industrializzazione, ma in un’ottica globale la sicurezza alimentare rimane collegata alla produzione e all’accesso all’acqua e al cibo che oggi è molto lontana dall’essere raggiunta. Le statistiche della FAO riguardanti la fame partono dagli anni 1969-1971, epoca in cui il mondo contava 878 milioni di persone affamate. Nel corso degli ultimi quarant’anni il numero di persone affamate non è mai sceso al di sotto della soglia degli 800 milioni; dopo alcune vittorie ottenute nel ridurre la fame nel mondo, la sotto-alimentazione non ha cessato di aumentare dagli anni 19951997, segnando un picco di un miliardo nel 2009 a seguito della crisi economica e finanziaria che ha colpito l’intera popolazione mondiale, come si può constatare osservando il grafico nella figura sottostante.
Nel rapporto FAO sullo stato dell’insicurezza alimentare nel mondo, datato 2009, si legge che l’enorme numero di affamati non è dovuto ai raccolti poco produttivi ma all’innalzamento dei prezzi nazionali alimentari, all’abbassamento dei redditi e all’aspro aumento dei livelli di disoccupazione. Tutto ciò ha ridotto l’accesso ai beni alimentari da parte dei poveri. Per far fronte al fardello di questa crisi economica, e conseguentemente alimentare, i poveri riducono la diversità del loro regime alimentare e diminuiscono la spesa per l’educazione e le cure sanitarie.
La FAO nel suo rapporto si interroga anche su come si possa attenuare il problema della fame, perché attualmente vengono prodotte sufficienti risorse per nutrire tutti gli abitanti del pianeta, ma molti di loro non hanno accesso a questi beni. È già stato verificato che possono essere compiuti rapidi progressi nella riduzione della fame, utilizzando un approccio su due fronti che attacca contemporaneamente le cause e le conseguenze della povertà estrema e della fame. Il primo piano da attuare è un intervento che porti ad un miglioramento delle condizioni di vita e un innalzamento del reddito dei poveri rinforzando le loro attività produttive. Il secondo piano è orientato verso programmi mirati che offrano alle famiglie più vulnerabili un accesso diretto e immediato agli elementi necessari per soddisfare il loro fabbisogno giornaliero.
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I consumi alimentari sostenibili e l'attività di Slow Food
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Informazioni tesi
Autore: | Alice Tealdi |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2008-09 |
Università: | Università degli Studi di Torino |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Scienze della comunicazione |
Relatore: | Dario Padovan |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 83 |
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