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Il diritto di circolazione e soggiorno dei cittadini dell'Unione Europea

“Pacchetto sicurezza” e cittadini comunitari: profili di contrasto con la direttiva 2004/38

Il decreto legge adottato il 23 maggio del 2008 n. 92 recante misure urgenti in materia di sicurezza pubblica convertito in legge con modificazioni (legge 24 luglio 2008 n. 125, G.U. 25 luglio 2008 n. 173), si propone di "apprestare un quadro normativo più efficiente per contrastare fenomeni di illegalità diffusa collegata all'immigrazione illegale" (motivazione del decreto-legge). Alcune delle misure repressive ivi previste concernono i cittadini dell'Unione europea con l'obiettivo prioritario di far fronte alla presenza di immigrati dei nuovi Stati membri, che si rendono responsabili di reati.

La legge 125/2008 estende, anzitutto, le ipotesi di espulsione giudiziale apportando modifiche all'art. 235 cod. pen.; essa prevede che l'allontanamento di un cittadino di uno Stato membro dell'Unione europea venga ordinato dal giudice "oltre che nei casi espressamente previsti dalla legge, quando lo straniero o il cittadino appartenente ad uno Stato membro dell'Unione europea sia condannato alla reclusione di un tempo superiore ai dieci anni". Si delinea così una ipotesi di espulsione automatica del cittadino comunitario che viene collegata alla durata della pena detentiva inflitta.

La circostanza che la recente legge impieghi il termine "espulsione" allorché si tratti di cittadini di Stati terzi e utilizzi, invece, quello (apparentemente edulcorato) di un "allontanamento" rispetto al cittadino appartenente ad uno Stato membro incide sulla modalità di esecuzione del provvedimento, ma non produce alcuna differenza sotto il profilo sostanziale.
Tale previsione risulta in palese contrasto con il principio, da tempo affermato dalla Corte di giustizia, in base al quale del cittadino dell'Unione europea non può essere disposta in modo automatico per il solo fatto che questi sia stato oggetto di una condanna penale.

Analoghe obiezioni incontra la modifica apportata dalla legge n. 125/2008 all'art. 312 cod. pen.: la nuova norma dispone che il giudice ordini l'allontanamento quando "il cittadino appartenente ad uno Stato membro dell'Unione europea sia condannato ad una pena restrittiva della libertà personale per taluno dei delitti preveduti" nello stesso titolo del codice penale.
Considerato che il principio enunciato dalla Corte di giustizia, relativo all’impossibilità di una automatica espulsione in virtù di una condanna penale, opera sia quando l'allontanamento venga ordinato in relazione alla durata della pena detentiva comminata, sia quando consegua alla condanna per determinate ipotesi di reato, anche tale previsione risulta in contrasto.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Il diritto di circolazione e soggiorno dei cittadini dell'Unione Europea

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Informazioni tesi

  Autore: Eleonora Tripi
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi di Palermo
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Luigi Raimondi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 109

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