La collaborazione pubblico-privato nella realizzazione di programmi complessi: dalla valutazione ex ante alla verifica in itinere della redditività dell'investimento

L’unione Europea dal 1989, attraverso il finanziamento di programmi specifici, ha posto maggiore attenzione ai problemi della città, generatrice di ricchezza e benessere ma anche luogo dove sono presenti forme di degrado ambientale, disoccupazione, incomunicabilità ed emarginazione. Le misure volte ad incentivare la competitività delle piccole e medie imprese, la diversificazione economica di aree in declino, il potenziamento del settore turistico, il sostegno ad interventi strutturali, sono tutte azioni finalizzate a sostenere il settore della produzione.

Aiuti all’occupazione, formazione e riqualificazione professionale per adeguare le competenze alle richieste del mercato, sono azioni volte a valorizzare le risorse umane. Interventi per rigenerare e ridisegnare aree urbane e industriali, per adeguare le infrastrutture alle nuove richieste del mercato, sono azioni per il risanamento urbano e si inseriscono nella rigenerazione del territorio. L’iniziativa comunitaria Urban ed i Progetti Pilota Urbani affrontano tutti questi problemi e cercano di presentare interventi nei diversi ambiti di una stessa area, coinvolgendo il settore economico, sociale, ambientale, infrastrutturale senza pretendere di risolvere tutto e facendo ricorso al partenariato che, essendo una specie di contratto, obbliga i contraenti e fissa i tempi di attuazione.
Queste iniziative sono inserite nel più ampio quadro delle iniziative comunitarie che la Commissione Europea ha proposto agli Stati membri al fine di contribuire a risolvere problemi aventi un’incidenza rilevante a livello europeo.
Le Iniziative comunitarie si aggiungono ai Documenti Unici di Programmazione (DOCUP) e ai Quadri comunitari di sostegno (QCS) che vengono concordati tra la Commissione e gli Stati membri sulla base di piani di sviluppo regionali o nazionali. Al finanziamento di queste Iniziative comunitarie concorrono in misura variabile i Fondi Strutturali Europei: il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e il Fondo sociale europeo (FSR), il finanziamento dello Stato membro, i fondi regionali, i fondi comunali e i contributi privati.

Per due diversi periodi (1989-93 e 1994-99) la Commissione Europea ha cofinanziato Progetti Pilota Urbani (PPU) rivolti alle città in difficoltà e il cui sviluppo è in ritardo. Lo scopo dei PPU, come dichiarato dai documenti istitutivi, è quello di sviluppare azioni di carattere innovativo nelle diverse città europee, dando avvio ad un generale processo di rivitalizzazione urbana che permetta anche di aumentare la loro competitività nel sistema europeo.
Le azioni di carattere innovativo sono improntate da concetti quali l’integrazione di singoli progetti, in un quadro di portata più ampia e , in generale, l’approccio integrato alla rigenerazione urbana. Altro concetto innovativo del periodo, che in Italia prenderà piede solo nei primi anni ’90 (grazie alla legge n. 142 del 1990) è quello del partenariato, ovvero della possibilità di effettuare accordi interistituzionali e tra istituzioni pubbliche e privati, che possono apportare le loro risorse all’interno del programma.