The Translator di Leila Aboulela: lo sguardo dell’Oriente sull’Occidente
Aboulela writes back: Sammar e Jane Eyre
La trama non si distingue certo per la ricchezza degli avvenimenti, che infatti sono molto pochi. Non succede molto perché molto è già successo: il passato impone la sua presenza in ogni momento. Ad attirare l’attenzione del lettore sono le vicende interiori dei due personaggi principali, la loro evoluzione da una situazione di instabilità, di nostalgia irrisolta e di incompletezza, a una di consapevolezza e profonda serenità. Potremmo definire in questo senso il libro come un romanzo di formazione, ma un romanzo di formazione atipico per un lettore “occidentale”.
Le convenzioni narrative occidentali, per rifarci alla visione di G. Spivak, vorrebbero che Rae, uomo colto, intelligente, brillante, resti saldamente aggrappato alle sue convinzioni e non si converta all’Islam, che non corrompa il suo stato di intellettuale distaccato e imparziale. Come infatti fa notare Yasmin, sua segretaria e amica di Sammar, se Rae si convertisse " that would be professional suicide ".
Ma invece Rae non solo non “salva” Sammar dalla sua cultura retrograda e primitiva, ma si lascia portare dalla donna che ama all‟interno del suo mondo, fino ad abbracciarlo completamente.
È interessante in questo senso riportare il punto di vista della stessa scrittrice sulla conversione di Rae:
“ I was often asked why should Rae convert, why should religion be an obstacle etc etc? In my answer I would then fall back on Jane Eyre and say “From an Islamic point of view, why can’t Mr. Rochester be married to both Bertha and Jane?” In the same way that I, as a Muslim reader, respect and empathize with Jane’s very Christian dilemma, I want Western/Christian readers to respect and empathize with Sammar’s very Muslim dilemma.”
Questa affermazione ci sembra illuminante nel chiarire le intenzioni della scrittrice rispetto all’effetto che intende ottenere: rovesciare i parametri della tradizione narrativa occidentale, cambiare la prospettiva dalla quale lo scrittore e il lettore occidentale osservano le vicende, rendendoli più consapevoli dei filtri culturali che sono loro propri, non per mostrarne l’invalidità, ma la relatività.
Leila Aboulela, nella sua dichiarazione, prende come esempio un romanzo fondante per la letteratura moderna occidentale quale Jane Eyre, mettendo a confronto la sua Sammar con l’eroina di C. Brontë.
Entrambe le protagoniste decidono di allontanarsi dall’uomo amato per non andare contro i precetti delle rispettive religioni: Jane lascerà la tenuta di Mr. Rochester così come Sammar partirà per il Sudan. Il compimento dell’amore è reso possibile in Jane Eyre solo grazie alla morte risolutiva di Bertha che rompe gli obblighi morali, così come in The Translator esso può attualizzarsi soltanto grazie alla conversione di Rae. La ricchezza del confronto tra i due personaggi e tra i due sistemi di valori che li caratterizzano ci confermano la possibilità di leggere il romanzo di Leila Aboulela come una visione alternativa del mondo, una visione che definiremmo “islam-centrica”.
Leila Aboulela davvero writes back, rovescia i parametri del romanzo tradizionale, rimane in between, ma senza rinnegare la sua identità e senza per questo negare quella di Rae. Il romanzo si presta ad essere letto come un rovesciamento dell’approccio orientalista nella considerazione della cultura islamica, di quell’orientalismo definito da E. Said come “ a Western style for dominating, restructuring, and having authority over the Orient” . Come ci racconta la stessa narratrice, “ Sammar did not like the word orientalist. Orientalists were bad people who distorted the image of the Arabs and Islam”.
Questo brano è tratto dalla tesi:
The Translator di Leila Aboulela: lo sguardo dell’Oriente sull’Occidente
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Informazioni tesi
Autore: | Claudia Ortenzi |
Tipo: | Tesi di Master |
Master in | Master in traduzione di testi post-coloniali in lingua inglese: letteratura, saggistica, teatro e cinema|
Anno: | 2010 |
Docente/Relatore: | Laura Prandino |
Istituito da: | Università degli Studi di Pisa |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 49 |
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