Caratterizzazione in vitro della sensibilità di Miscanthus x giganteus a elevate concentrazioni di azoto nel terreno
Le tecniche di propagazione clonale in vitro
Il termine "clone" sta a indicare un gruppo di individui geneticamente identici tra loro, originatisi dalla stessa pianta madre e riprodotti vegetativamente.
Uno dei vantaggi più importanti che le tecniche di propagazione clonale offrono è sicuramente la possibilità di produrre da uno stesso espianto un numero elevato di piantine in tempi e spazi più ridotti rispetto agli altri metodi. Questa possibilità assume grande importanza per la moltiplicazione di nuove varietà, che necessitano di rapida diffusione.
Rispetto ai metodi tradizionali di propagazione (talea, propaggine, margotta), la coltura in vitro può assumere carattere competitivo quando sono interessate cultivar economicamente importanti e richieste dal mercato. È infatti possibile in questo modo effettuare il prelievo degli espianti durante tutto l'anno, anziché limitarlo solo ad alcune stagioni.
L'isolamento favorisce inoltre la massima resa delle colture, in quanto il materiale in vitro è esente da attacchi parassitari e permane nelle condizioni sanitarie in cui era al momento dell'inizio della coltura.L'uso della coltura in vitro può risultare utile anche a scopo di miglioramento genetico. Quando si ha rigenerazione di piantine da colture di cellule cresciute per un certo periodo di tempo allo stadio indifferenziato, si verifica infatti un'elevata variabilità genetica.
Questo fenomeno è noto come variazione somaclonale. Nuovi sistemi si basano inoltre sulla coltura di antere e protoplasti e sulla possibilità di trasferire materiale genetico in cellule vegetali attraversol'introduzione di geni specifici mediante tecniche di ingegneria genetica.
I principali metodi di propagazione in vitro sono tre:
1) Propagazione per germogli ascellari
2) Propagazione per gemme avventizie e/o embrioni somatici, che può avvenire a) direttamente da tessuti od organi b) indirettamente da callo ottenuto dalla proliferazione cellulare dell'espianto
3) Il microinnesto.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Caratterizzazione in vitro della sensibilità di Miscanthus x giganteus a elevate concentrazioni di azoto nel terreno
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Informazioni tesi
Autore: | Nicola Carra |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2007-08 |
Università: | Università degli Studi di Ferrara |
Facoltà: | Scienze Biotecnologiche |
Corso: | Scienze biologiche |
Relatore: | Giuseppe Forlani |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 33 |
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