Aspetti dell'economia basca nella seconda metà del novecento

Dopo la morte di Francisco Franco, avvenuta nel 1975, Juan Carlos I fu proclamato re in un contesto politico di grande incertezza. Iniziava un complesso processo di transizione che avrebbe portato dalla dittatura al sistema democratico. Nel 1976 fu celebrato un referendum attraverso il quale il popolo accettò il progetto di riforma politica che portò alla promulgazione della costituzione, nel 1978, e all’instaurazione della monarchia parlamentare.
La situazione basca appariva complicata. Nel 1977 i nazionalisti pretesero la restituzione dei fueros. I fueros erano gli statuti giuridici applicabili ad una determinata località la cui finalità era regolare la vita sociale stabilendo un insieme di norme, diritti e privilegi. In particolare il “regimen foral” era il nome usato per l’insieme delle istituzioni proprie dell’amministrazione autonoma e degli ordinamenti giuridici dell’antico regno di Navarra e dei territori storici di Alava, Biscaglia e Guipúzcoa. Nella provincia basca, l’abolizione forale avvenne nel 1876 (dopo la terza guerra carlista). Si conservarono alcuni piccoli diritti forali, che Franco soppresse in Biscaglia e Guipúzcoa, dichiarate province traditrici per essersi opposte alla sua invasione. In Alava e Navarra, invece, permasero. La costituzione spagnola del 1978, nella Disposicion Adiconal Primiera, consacra il rispetto e la tutela dei diritti storici dei territori forali: così oggi Paesi Baschi e Navarra godono di una certa indipendenza su aspetti come, tra tanti, il diritto tributario, fiscale o civile. Nei Paesi Baschi la norma su cui si basa l’autogoverno è il suo statuto di autonomia. L’”Estatuto de Autonomia” basco fu approvato nel 1979 e prevede dunque la concessione alla comunità di competenze molto ampie in materia economica, industriale e fiscale. Inoltre, lo statuto riconosce un “accordo economico” (el“ Concierto Economico”) per il finanziamento dei suoi territori.