Il commercio ''Equo e Solidale'' dei prodotti agroalimentari
Le botteghe del mondo
Prima di raccontare come sono sorte le botteghe del mondo, bisogna fare un breve salto nel passato. Nei tempi passati, c'erano i cosiddetti suk, il mercato, un luogo dove si effettuava lo scambio e la vendita di prodotti. In un secondo momento dai suk si è passati alle botteghe specializzate, luoghi accoglienti, familiari, di socializzazione. Si è però passati da tutto ciò a luoghi anonimi, dove non vi è più la relazione sociale delle persone, è diventato "Regno delle merci".
Questi luoghi hanno perso l'anima, non è più importante il rapporto umano ma semplicemente il vendere dei prodotti. Si è quindi passati dal piccolo negozietto, all'ipermercato fino all'hard discount. Si è cercato però di contrastare tutto ciò chiedendo sempre più informazioni sulle merci acquistate, qualità dei prodotti e attenzione sempre maggiore al consumatore.
Si è riusciti ad avere alcuni miglioramenti in termini qualitativi e quantitativi e una coscienza più critica da parte del consumatore, ma non si è andati oltre. È per questo che tutto ciò, a cominciare dagli anni '90, è andato man mano diminuendo, a causa della recessione economica che ha costretto il consu-matore a fare i conti anche con la diminuzione del potere d'acquisto. È per contrastare tutto ciò che sono nate le botteghe del mondo, dove l'atto di compravendita non è soltanto il passaggio di un bene ma anche il racconto della sua storia.
Sono nati rapporti tra i cittadini del Nord e i produttori del Sud del mondo ma anche tra consumatori e produttori locali. In un primo momento erano le ONG del nord del mondo a mettersi in contatto con le cooperative del sud del mondo, in un secondo momento sono state organizzazioni del sud del mondo a mettersi in contatto con la rete del fair trade. Sono nate prime forme di collaborazione tuttora valide e in continuo miglioramento.
Da tutto ciò sono nate le "botteghe del mondo", luoghi di scambio alternativi a quelli del mercato capitalistico. Luoghi di scambio culturale, di campagne d'informazione e sensibilizzazione, prima ancora che luoghi di vendita.
Le botteghe del mondo che vendono di più sono quelle che sono inserite maggiormente nel territorio nel quale operano e quelle che collaborano con enti impegnati a livello sociale. In queste botteghe operano per la maggior parte volontari, insieme a persone regolarmente stipendiate.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Il commercio ''Equo e Solidale'' dei prodotti agroalimentari
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Informazioni tesi
Autore: | Valentina Chirico |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2005-06 |
Università: | Università degli Studi di Parma |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Marketing |
Relatore: | Marco Zuppiroli |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 121 |
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