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Pirandello: la realtà tra luci e ombre

Rovesciando il cannocchiale: lo spazio teatrale tra luce e ombra

La modernità, per come finora l’abbiamo intesa, portò con sé nuove concezioni relative al tempo e allo spazio. Lo spazio fisico, per come fino ad allora si era conosciuto, si contrasse, il tempo si frammentò.100 Simili concetti saranno, poi, analizzati nei capitoli seguenti, quando metteremo in relazione le novelle scoperte tecnologiche con il nuovo modo di affrontare lo spazio teatrale di Pirandello.
Abbiamo iniziato il paragrafo citando il dottor Fileno per introdurre il taglio trasversale che daremo all’intera trattazione. Parlando di Luigi Pirandello, analizzeremo l’uso, fatto in teatro, delle ombre fisiche, sapendo che la notevole importanza di quelle metafisiche non può essere accantonata.
Parlando di spazio, luoghi e paesaggi, intenderemo accostarci al palco teatrale in senso fisico, ma tramite una prospettiva a cannocchiale. Potrà essere che il “Lontano da noi” ci raggiunga velocemente e che il “Presente” si dilati fino a raggiungere il “Futuro”.
Dal 1880 i modi caratteristici di percepire lo spazio-tempo si modificarono radicalmente e questo ebbe una ricaduta a livello sociologico, artistico e culturale. Essa modificò, infatti, letteralmente l’approccio degli uomini rispetto alla vita come essi l’avevano fino ad allora conosciuta. I cambiamenti avvenuti a livello spaziale e temporale mutarono ed ebbero un influsso determinante sugli studi filosofici. Il passato, il presente ed il futuro, fino ad allora, erano stati concepiti come divisi. Con l’avvento di invenzioni, quali, per esempio, il cinema, il fonografo101 e la luce elettrica, essi parvero intersecarsi. Questa ultima modificò la percezione del giorno e della notte, rendendo labile la soglia tra uno e l’altro.102 Non è questa la sede per trattare in modo approfondito un simile argomento: quello che ci interessa sottolineare è che il mondo della cultura, da sempre, assorbe ed elabora i cambiamenti relativi all’epoca che rappresenta. Così avvenne allora.
Da Proust103 a Oscar Wilde, a James Joyce104, ognuno di loro iniziò a testimoniare come fosse possibile la contrazione del tempo. D’altro canto, il cinema prese atto delle enormi potenzialità artistiche di tali scoperte. Pioneri come Georges Méliés iniziarono a sperimentare trucchi cinematografici mediante il montaggio delle pellicole. Montando i film in modo differente si poteva modificare l’ordine temporale degli eventi.105 Si iniziò a convivere con l’idea che il tempo presente abbracciava stralci di passato, lambendo un futuro che accellerò il suo ritmo.106
Come in una pellicola, si poterono intuire grandi possibilità o tetri accadimenti, o più lucidamente, un misto di entrambi. Luigi Pirandello scelse la terza opzione e la espresse in maniera umoristica e tragica insieme. La sua interpretazione del mondo, si rovesciò e, nelle opere pirandelliane, i ruoli vennero invertiti. Così, la figura della seconda moglie si confonde con la prima e, mentre la luce oscura la percezione visiva, si accendono, nel buio, lampi di verità.
Nei prossimi capitoli, avremo modo di valutare in maniera più approfondita le influenze che ebbero le novità sopracitate sulla filosofia pirandelliana, la quale mantenne sempre una sua lucida coerenza. Che sia l’ombra creata da una candela, da un lume ad olio o da una lampadina incandescente, quello che abbiamo accertato è che è in esse che si trova lo spazio dei sogni e la possibilità di ribaltare gli eventi esterni.

[…] «Quest’ultima domenica sono entrato nello scrittojo, per l’udienza, un po’ più tardi del solito. Un lungo romanzo inviatomi in dono, e che aspettava da più di un mese di essere letto, mi tenne sveglio fino alle tre di mattino per le tante considerazioni che mi suggerì un personaggio di esso, “unico vivo tra molte ombre vane”. Rappresentava un pover’uomo, un certo dottor Fileno, che credeva di aver trovato il più efficace rimedio ad ogni sorta di mali, una ricetta infallibile per consolare sé stesso e tutti gli uomini d’ogni pubblica o privata calamità. Veramente, più che un rimedio o ricetta, era un metodo, questo del dottor Fileno, che consisteva nel leggere da mane a sera libri di storia e nel veder nella storia anche il presente, cioè come già lontanissimo nel tempo e impostato negli archivi del passato. (…) Non si sognava neppure, il dottor Fileno, di trarre dal passato ammaestramenti per il presente. Sapeva che sarebbe stato tempo perduto e da sciocchi; perché la storia è composizione ideale di elementi raccolti secondo la natura, le antipatie, le simpatie, le aspirazioni, le opinioni degli storici, e che non è dunque possibile far servire questa composizione ideale alla vita che si muove con tutti i suoi elementi ancora scomposti e sparpagliati. (…) Insomma, di quel suo metodo il dottor Fileno s’era fatto come un cannocchiale rivoltato. Lo apriva, ma non per mettersi a guardare verso l’avvenire, dove sapeva che non avrebbe veduto niente; persuadeva l’anima a essere contenta di mettersi a guardare dalla lente più grande, attraverso la piccola, appuntata al presente, per modo che tutte le cose subito le apparissero piccole e lontane. E attendeva da vari anni a comporre un libro, che avrebbe fatto epoca certamente: La Filosofia del Lontano
».107



100 M. Sità, "Frammenti di tempo e spazio in alcuni personaggi di Luigi Pirandello." Etudes romanes de Brno 1 (2009): 115-124.
101 S. Kern, Il tempo e lo spazio: la percezione del mondo tra Otto e Novecento, op. cit., p.53.
102 Ivi, p. 39.
103 Ivi, p. 63.
104 Ivi, p. 99.
105 Ivi, p. 93.
106 Ivi, p. 112.
107 L. Pirandello, La tragedia d’un personaggio, 1995.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Pirandello: la realtà tra luci e ombre

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Informazioni tesi

  Autore: Patrizia Sabina Muraglia Bruni
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2023-24
  Università: Università Telematica Pegaso
  Facoltà: linguistica moderna
  Corso: linguistica moderna
  Relatore: Nunzia Soglia
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 118

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