Genitori imperfetti. La rappresentazione della madre e del padre nel teen drama
Sex Education: i padri inadeguati
Dal titolo emerge chiaramente quale sia il fulcro di questo teen drama inglese dal fascino internazionale e intergenerazionale: il sesso. Non è una novità, considerando che tutti i teen drama precedenti hanno mostrato i loro protagonisti alle prese con i primi desideri e ansie sessuali, ma qui ad essere originale è il modo in cui il sesso diventa argomento di conversazione: non c’è volgarità, né moralismo e men che meno idealizzazione. Il sesso adolescenziale è goffo, disinformato, imbarazzante.
Degno erede della tradizione audiovisiva inglese, Sex Education33 unisce la commedia al dramma ed anche se contiene nel suo titolo la parola “educazione” non spera di educare nessuno: esattamente come Tredici voleva dimostrare quanto evitare di trattare argomenti forti come bullismo e violenza sessuale con gli adolescenti sia controproducente, Sex Education ricorda che forse è necessario parlare in maniera costruttiva anche di sesso, perché nell’Era di Internet le informazioni a cui i giovani possono accedere sono infinite, ma non vengono filtrate né spiegate e un po’ di educazione sessuale accurata e attenta in più non guasterebbe. È ambientata in un luogo e in un tempo non definiti, dotata di un’estetica onirica e di protagonisti dalla consapevolezza e intelligenza emotiva difficilmente riscontrabile nella realtà ed anche la caratterizzazione dei genitori è inverosimile, ma le conseguenze sugli adolescenti del comportamento degli adulti sono realistiche: Otis Milburn e Adam Groff sono due adolescenti molto diversi e la famiglia da cui provengono sembra dimostrare ciò che negli anni Settanta diceva Maureen Green: “Un buon padre è una benedizione, ma un padre inadeguato può essere peggio di nessun padre” (Green, 1976, p. 149).
Il programma
Netflix è ormai una macchina rodata che fa del brand marketing la chiave del successo: non vende singoli contenuti, ma sé stessa, garantendo l’appartenenza ad una comunità cool e sempre sulla cresta dell’onda grazie al suo infallibile algoritmo, in grado di indicare alla perfezione tutti gli ingredienti necessari a garantire il passaparola e mantenere o addirittura ampliare la base abbonati. Nel 2019 lo fa con Sex Education, teen comedy sfacciata e femminista (non solo per i temi e i modi, ma anche per la percentuale di donne dietro e davanti alla camera, più alta di qualunque altro teen drama), che possiede tutti gli elementi per attirare fan ancor prima di essere guardata: prende l’argomento che più di ogni altra cosa è in grado di attrarre un pubblico trasversale (il sesso), lo inserisce nel contesto che più di qualunque altro suscita nostalgia (la scuola), aggiunge riferimenti pop e colonna sonora studiata ad arte ad un un cast eccellente e condisce il tutto con una studiata dose di progressismo chiaramente LGBTQ+. Anche se non mancano le critiche al programma, definito “un pallido passatempo, di quelli che ti fanno andare a dormire sereno, ma anche di quelli che ti lasciano con lo stesso vuoto che l’ha preceduta” (Coccia, 2019) l’accoglienza positiva è molto maggiore, dal New York Times (Poniewozik, 2019) all’Entertainment Weekly (Baldwin, 2019) ed è testimoniata dal 95% di gradimento complessivo su Rotten Tomatoes.
Ambientata nell’immaginaria cittadina inglese di Moordale, Sex Education vede come protagonisti principali Otis Milburn, ragazzo timido e impacciato figlio di una terapista sessuale e dunque, per quanto privo di esperienza diretta, estremamente colto in materia; Eric Effiong, migliore amico del primo, omosessuale e queer, accettato in famiglia ma costretto a limitare la sua appariscenza nella chiesa che i genitori frequentano e quando incontra la famiglia allargata; Meave Wiley, una ragazza ribelle ed emarginata perché povera e attiva sessualmente; Adam Groff, il bullo della scuola, figlio del preside; Jackson Marchetti, rappresentante degli studenti, campione di nuoto e figlio di una coppia omosessuale; Aimee Gibbs, una ragazza dolce e ingenua, migliore amica della ragazza più popolare e temuta della scuola, Ruby Matthews. Tutti gli stereotipi che i personaggi sembrano inizialmente incarnare vengono ribaltati uno per uno nel corso delle stagioni, grazie ad un approfondimento attento del singolo carattere di ciascun personaggio.
Anche qui, come in Tredici, gli sceneggiatori sono stati affiancati da esperti delle tematiche trattate, in grado di guidare le trame e gli episodi verso una comunicazione efficace e onesta che non offendesse nessuno, ma che al contempo fosse abbastanza schietta da rispecchiare l’animo sfrontato e cool del brand Netflix. Laurie Nunn, showrunner trentenne dello show, racconta al Guardian che per trattare con franchezza il sesso adolescenziale le è sembrata la scelta migliore inserire i protagonisti in un’atmosfera onirica, “è quasi come un fumetto, un’utopia adolescenziale” (Nicholson, 2020). Sfruttando la sua esperienza personale e quelle dei suoi colleghi sceneggiatori, Nunn ha trovato il giusto supporto da parte di educatori sessuali e consulenti, messi a disposizione da Netflix non solo per stabilire quali fossero gli argomenti sessuali di cui dovevano parlare e che i giovani dovrebbero conoscere, ma anche per assicurarsi che non ci fossero informazioni dannose. Inoltre, in piena epoca MeToo “era molto importante assicurarsi che tutti si sentissero al sicuro e a proprio agio” (Toomer, 2020) pertanto al cast giovane vengono affiancati i cosiddetti “coordinatori dell’intimità”: figure diffuse proprio subito dopo che è divenuta pubblica la pessima condotta di Harvey Weinstein nel 2017, che coreografano scene in cui sono presenti contenuti sessuali, nudità e sesso simulato, un collegamento tra attori e produttori in grado di far fare ai primi ciò che richiedono i secondi tutelando però la loro intimità e personalità (Hilton, 2020)
La prima stagione ruota attorno alla clinica di terapia sessuale improvvisata da Otis e Meave nei bagni abbandonati della scuola, dove si susseguono numerosi adolescenti disposti a pagare un loro coetaneo vergine, ma ben informato che fornisce loro una consulenza su vari argomenti, dando risposte a domande che non avrebbero il coraggio di rivolgere agli adulti e testimoniando quanto possa essere problematico il sesso per gli adolescenti e quanto essi siano bisognosi di supporto e informazioni adeguate. Mentre Otis frequenta Ola e nasconde i suoi sentimenti per Maeve, fidanzata con Jackson; Eric subisce un’aggressione omofoba che lo traumatizza profondamente e in seguito alla quale adotta un abbigliamento più sobrio e castigato in contrasto con l’abbigliamento colorato ed esuberante che lo caratterizzava, fino a quando decide di andare in chiesa con i genitori e il pastore gli ricorda che per amare gli altri bisogna amare e accettare sé stessi, così decide di andare al ballo della scuola vestito da drag queen; infine Adam che non riesce ad accettare di essere bisessuale, dopo aver consumato un rapporto con Eric, viene spedito dal padre in una scuola militare.
Nell’intervista per l’Hollywood Reporter già citata Laurie Nunn fa notare come sia “un’esperienza specificamente femminile il camminare per il mondo e portare sempre con te un po’ di paura” (Toomer, 2020), perciò nella seconda stagione decide di mandare un chiaro messaggio sul consenso e la definizione dei confini raccontando un’esperienza personale attraverso il personaggio di Aimee che subisce una molestia sessuale sull’autobus e fatica a rendersi conto di quanto accaduto. È proprio il carattere solare e gioioso di Aimee a renderla perfetta per raccontare questo tipo di storia, in quanto “la sua perdita di innocenza è straziante” (Nicholson, 2020): racconta l’episodio a Meave dicendo che è una sciocchezza, ma l’amica la convince a denunciarlo alla polizia e in seguito inizia a mostrare i segni del trauma, smette di prendere l’autobus e inizia ad andare a scuola a piedi; ha degli incubi e quando finisce in punizione con le altre ragazze scopre di non essere l’unica ad aver subito molestie; così il giorno dopo vanno tutte da Aimee per prendere l’autobus insieme a lei. Alla fine della stagione gli studenti della Moordale mettono in scena uno spettacolo rivisitato a sfondo sessuale su Romeo e Giulietta con ambientazione fantascientifica, supportati dal professor Hendricks. Nella terza stagione la perfida Hope Haddon, efficace villain troppo poco approfondita per parlare di un vero antieroe, sostituisce il preside Groff con l’obiettivo di togliere alla Moordale High l’etichetta di “scuola del sesso” attraverso le divise scolastiche, la visione obbligatoria di video che promulgano l’astinenza sessuale e delle rigide regole di comportamento discriminanti a cui anche i professori devono sottostare, pur essendo in disaccordo. Introducendo due personaggi come Cal e Layla, due persone non binarie che si scontrano ripetutamente con Hope, Sex Education riesce ad andare oltre il messaggio di sex e body positivity delle precedenti stagioni e propone un messaggio di accettazione e inclusività raramente mostrato in termini così franchi e in grado di rappresentare fedelmente la generazione Z. Al termine della stagione gli studenti di Moordale si ribellano proprio durante un open day organizzato da Hope per cercare nuovi investitori, mettendo in scena un festival di immagini falliche e cupcake a forma di vagina che però suggerisce la possibile chiusura della scuola.
La quarta stagione finale è attesa per la fine di maggio e ci si aspetta la risoluzione dei cliffhanger lasciati volutamente aperti alla fine della terza: oltre allo sconosciuto destino della scuola, l’attesa è per il coronamento della storia d’amore tra Otis e Meave, rimandata di stagione in stagione per gli imprevisti e le altre relazioni che i due personaggi intraprendono non riuscendo, fino alla terza, a confessarsi i reciproci sentimenti e la triste chiusura della storia tra Eric e Adam, dovuta al differente livello di consapevolezza della loro omosessualità, che fa prospettare un’ulteriore evoluzione del personaggio di Adam, ormai non più violento e ribelle perché maturo emotivamente. Ma soprattutto ad essere sospeso è l’arco evolutivo dei due genitori principali, che ora verranno presi in esame.
33 Da questo momento abbreviata in “Sex Ed”, nomignolo usato anche dal cast e dalla troupe (Nicholson, 2021).
Questo brano è tratto dalla tesi:
Genitori imperfetti. La rappresentazione della madre e del padre nel teen drama
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Informazioni tesi
Autore: | Ilaria Scioni |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2020-21 |
Università: | Libera Università di Lingue e Comunicazione (IULM) |
Facoltà: | Scienze della Comunicazione e dello Spettacolo |
Corso: | Televisione, Cinema e New Media |
Relatore: | Daniela Cardini |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 143 |
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