Migliorare lo sviluppo del linguaggio attraverso protocolli basati sull'Applied Behaviour Analysis nei bambini con Disturbo dello Spettro dell'Autismo
Linguaggio nell’ASD
Dalle prime descrizioni sull’ASD, Kanner (1943) riportò come bambini di età compresa tra i 2 e gli 8 anni, che avevano in comune un preciso pattern di comportamenti, manifestavano una generalizzata incapacità di comunicare. Un terzo dei bambini osservati, infatti, non sviluppò nessuna forma di linguaggio e i restanti due terzi che lo acquisirono, mostravano una difficoltà nel comunicare con gli altri in modo adeguato: tendevano a non rispondere alle domande, a non porne agli altri e a non raccontare di sé o delle proprie esperienze. La comunicazione verbale era caratterizzata principalmente da ecolalie, ovvero la ripetizione, immediata o a distanza di tempo (differita), di frasi udite da altri pronunciate al di fuori di un contesto che dia loro significato e senza un intento comunicativo. I bambini mostravano ripetizione meccanica di parole o frasi, di filastrocche, versetti biblici o liste di animali, senza apparente comprensione del significato (Chiarotti, 2017). Kanner notò anche: l’utilizzo dell’inversione pronominale, ossia la tendenza del bambino ad utilizzare in maniera scorretta o a non utilizzare il pronome “io” che viene sostituito da “tu/noi”, un linguaggio idiosincratico che consiste nel far spesso uso di espressioni strane, bizzarre e apparentemente non collegate al contesto nel quale avviene l’interazione verbale o ai contenuti della stessa. Una caratteristica comune, inoltre, era l’interpretazione del linguaggio estremamente letterale, la quale non tiene conto delle intenzioni comunicative dell’interlocutore (Boucher, 2003). Ad oggi si possono dunque distinguere due condizioni: ASD verbale ed ASD non verbale. Nel caso dell’ASD non verbale il bambino non comunica utilizzando il linguaggio, ma possono essere presenti gesti con intenzioni richiestive che implicano un uso strumentale dell’adulto. Nei casi più gravi può non essere presente alcun tipo di comunicazione e interesse al contesto, evidenziando disinteresse del bambino verso l’ambiente circostante. Tale condizione è spesso associata a un quoziente intellettivo basso. Possono essere presenti poche parole emesse nei momenti maggiormente motivanti, per esempio, quando il bambino gioca con un oggetto familiare, ma il linguaggio non è utilizzato nella maniera adeguata e non è uno strumento per relazionarsi con gli altri. Bambini con ASD che presentano una comunicazione verbale, invece, comunicano ma non in modo funzionale (Walenski, 2006), il loro eloquio è infatti:
- Ecolalico
- Ridondante
- Con prosodia alterata
- Monotono
- Eccessivamente veloce e poco comprensibile
- Caratterizzato da errori fonetici e fonologici
- Alterato nella concordanza grammaticale
Pertanto, il linguaggio, se presente, tende a essere usato per scopi strumentali piuttosto che sociali, e il contenuto di ciò che viene detto è ripetitivo ed egocentrico. La conversazione è unilaterale e non reciproca, con scarse capacità pragmatiche, ad esempio, la persona con ASD potrebbe ignorare le corrette regole di turnazione della conversazione, monopolizzarla o interrompere l’interlocutore (Boucher, 2003). Proprio per questo le difficoltà nel linguaggio sono in genere la prima ragione di preoccupazione per i genitori dei bambini con ASD. Lo sviluppo del linguaggio nei bambini con ASD è sostanzialmente diverso rispetto allo sviluppo dei bambini normotipici. Già nei primi mesi di vita i bambini a sviluppo tipico sono capaci di comunicare attraverso alcuni gesti e vocalizzi, al contrario nell’ASD lo sviluppo comunicativo risulta più o meno ritardato e, spesso, non presentano lallazione. Intorno ai 9-10 mesi i bambini con sviluppo tipico iniziano a capire che la direzione dello sguardo e il gesto di indicare segnalano qualcosa di importante che sta accadendo intorno a loro e riescono quindi a spostare la loro attenzione all’oggetto\evento indicato. Questa abilità risulta appunto importante per capire che una parola si riferisce ad un oggetto in particolare; infatti, in questa fase i bambini sono fortemente influenzati dall’attenzione congiunta. I bambini con ASD, invece, hanno una compromissione nelle abilità di associare lo sguardo e il gesto di indicare degli altri per imparare nuove parole riferite agli oggetti (Landa, 2007). Nei primi anni di vita si nota infatti la mancata partecipazione a sequenze di gioco preverbale e di imitazione reciproca del caregiver, causate dalla mancanza di interazione triadica e attenzione condivisa, che sono attendibili predittori dello sviluppo del linguaggio. Queste forme di proto-conversazione che sono basate sull’affetto e caratterizzate da sincronia e alternanza di turni tra i partner comunicativi, sono però ritenute cruciali per lo sviluppo della comunicazione e, successivamente, del linguaggio verbale (Vivanti & Congiu, 2009). Molti studi che hanno misurato le abilità linguistiche in un momento preciso dello sviluppo dei bambini hanno confermato che lo sviluppo del linguaggio nei bambini con ASD è ritardato rispetto a quello tipico (Charman et al., 2003). I ritardi più consistenti riguardano la produzione e l'espressione del linguaggio. Ad esempio, è stato riferito che i bambini con ASD hanno un ritardo nel pronunciare le prime parole, le prime frasi e i primi enunciati grammaticali. Inoltre, studi che hanno misurato l’ampiezza del vocabolario espressivo dei bambini con ASD in momenti specifici dello sviluppo hanno spesso riportato che questi bambini hanno vocabolari espressivi ridotti rispetto ai bambini della stessa età con sviluppo tipico (Gernsbacherl et al., 2016).
L'uso del linguaggio nei bambini con sviluppo tipico inizia intorno ai 12 mesi, periodo in cui vengono prodotte le prime parole riconoscibili. A questa età mostrano anche chiari segni di comprensione di alcune parole o anche semplici frasi, rispondendo in modo appropriato a parole specifiche al di fuori del contesto e di giochi di routine. Nel periodo compreso tra i 12 e i 18 mesi, si assiste a un graduale aumento del vocabolario ricettivo ed espressivo: le parole che i bambini imparano in questo periodo sono utilizzate per nominare oggetti e persone, di solito quelle con cui il bambino interagisce (ad esempio, papà, mamma, biscotto, palla) e per descrivere le relazioni tra gli oggetti (ad esempio, tutto finito, di più). Al contrario, la maggior parte dei soggetti con ASD inizia a parlare in ritardo e sviluppa il linguaggio a un ritmo significativamente più lento rispetto ai bambini normotipici, con parole prodotte per la prima volta a un'età media di 38 mesi (Tager-Flusberg et al., 2005). La letteratura riporta, inoltre, che il 25% dei genitori, con bambini successivamente diagnosticati con ASD, affermava che i propri bambini erano in grado di produrre alcune parole intorno ai 12-18 mesi ma che successivamente non ne erano più in grado di produrre alcuna parola. Questa regressione si verifica tipicamente entro i primi 3 anni di vita (Kurita, 1985). In genere, la regressione è un processo graduale in cui i bambini non imparano nuove parole e non riescono a impegnarsi nelle routine comunicative a cui che avevano partecipato in precedenza. La perdita del linguaggio si è verificata in questi bambini quando avevano ancora vocabolari espressivi relativamente ridotti, e prima dell'esplosione del vocabolario (Tager-Flusberg et al., 2005). All’inizio della scuola dell’infanzia i bambini con sviluppo tipico sono in grado di parlare fluentemente, hanno acquisito un vocabolario ricco, usano frasi complete e padroneggiano le strutture grammaticali più complesse della loro lingua madre. Nonostante ciò, il loro vocabolario continua a crescere durante tutto l'arco della vita. Le competenze pragmatiche e discorsive continuano a svilupparsi man mano che i bambini diventano più sensibili dal punto di vista di chi li ascolta e raccontano storie più complesse e ben strutturate. Molti bambini affetti da ASD hanno un linguaggio ancora molto limitato quando iniziano la scuola materna, e i loro problemi di comunicazione non verbale persistono. Sicuramente i deficit nella comunicazione sociale costituiscono un ostacolo significativo all'apprendimento e possono portare a un aumento dei comportamenti problematici.
È fondamentale concentrarsi sullo sviluppo delle abilità linguistiche precoci nei bambini con ASD, perché la presenza del linguaggio prima dei 5 anni di età è il fattore più importante per lo sviluppo delle abilità linguistiche (Tager-Flusberg & Caronna, 2007). Mentre la produzione linguistica è spesso, ma non necessariamente compromessa, la comprensione del linguaggio appare deficitaria sin dall’infanzia. Non a caso uno dei sintomi più attendibili e precoci dell’ASD risiede nel fatto che i bambini con ASD, non rispondono al proprio nome quando viene pronunciato. Il livello di comprensione del linguaggio verbale nei bambini con ASD nel secondo anno di vita è inferiore al livello di produzione; in seguito, le due abilità sono via via più associate. Inoltre, nei soggetti con ASD che possiedono un alto livello di comprensione del linguaggio, sono presenti difficoltà specifiche nella comprensione di termini riferiti agli stati emotivi (Vivanti & Congiu, 2009). In generale, la minore partecipazione dei bambini con ASD ad attività sociali, insieme alla minore attenzione verso gli stimoli linguistici, limita con il tempo l’abilità di integrare la conoscenza del mondo con gli input linguistici, che è un processo fondamentale nello sviluppo della comprensione linguistica. Non a caso l’acquisizione del linguaggio rappresenta uno dei target principali per l’avviamento di interventi, in particolare di quelli basati sull’evidenza scientifica.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Migliorare lo sviluppo del linguaggio attraverso protocolli basati sull'Applied Behaviour Analysis nei bambini con Disturbo dello Spettro dell'Autismo
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Informazioni tesi
Autore: | Federica Alonzi |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2021-22 |
Università: | Università degli Studi dell'Aquila |
Facoltà: | Psicologia |
Corso: | Psicologia |
Relatore: | Marco Valenti |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 68 |
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