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I miei primi 365 giorni

Le esternalità positive dell’innovazione

Quando un’impresa investe in nuove tecnologie, i benefici privati, o profitti, che l’impresa riceve sono solo una parte dei benefici sociali complessivi. I benefici sociali di un’innovazione tengono conto del valore di tutte le esternalità positive – ricadute vantaggiose su una o più terze parti – della nuova idea o prodotto, nonché dei benefici privati ricevuti dall’impresa che ha sviluppato la nuova tecnologia.
La curva sottostante rappresenta la domanda di capitale finanziario da parte dell’azienda per sostenere progetti di ricerca e sviluppo, a vari tassi di interesse.

Assumendo che le nuove innovazioni innescano altri sforzi creativi, che la società apprezza, e che gli investimenti in ricerca e sviluppo creino un beneficio di ricaduta per altre aziende e famiglie dal momento, la curva si sposta verso l’altro, per via degli spillover di cui gode la società, alla domanda privata di capitale finanziario da parte dell’impresa.
Se ci fosse un modo per l’impresa di monopolizzare completamente i benefici sociali rendendoli in qualche modo non disponibili per il resto, la curva di domanda privata dell’impresa sarebbe la stessa curva di domanda della società.

E’ possibile che il governo cerchi di spostare il livello di produzione del mercato più vicino al livello di produzione socialmente desiderabile con la politica dei sussidi. Un voucher fungerebbe da reddito che potrebbe essere utilizzato per acquistare quel bene tecnologico e, se il voucher fosse esattamente uguale ai benefici di spillover per unità, aumenterebbe l’equilibrio di mercato a una quantità di e un prezzo dove MSB è uguale a MSC. I fornitori della tecnologia ne trarrebbero beneficio, mentre i consumatori di vaccini antinfluenzali riscatterebbero il buono e pagherebbero solo un prezzo minore. Quando il governo utilizza un sussidio in questo modo, viene prodotta la quantità socialmente ottimale. Il tutto può essere facilmente evidenziato nel grafico di equilibrio del mercato, dove è possibile verificare come l’incontro tra domanda ed offerta sia modificato dalla presenza del sussidio erogato dal Governo, affinché i consumatori scelgano prodotti maggiormente innovativi.

A beneficiare dell’innovazione è l’intero mercato perché le ricadute di conoscenza possono avere effetti importanti sulla produttività, perchè la conoscenza creata in un’azienda o organizzazione si diffonde e viene utilizzata anche da altre aziende. Circa gli aspetti settoriali o spaziali delle ricadute di ricerca e sviluppo, e sugli spillover associati, è bene considerare che un processo di innovazione aperta, con riflessi di benefici sociali derivanti dall’adozione dell’innovazione aperta da parte delle imprese, per qualsiasi data scala di input di R&S o di output di innovazione, può generare esternalità positive che vanno oltre le organizzazioni coinvolte in qualsiasi specifico partenariato per l’innovazione78.

Laddove la tecnologia ha le caratteristiche di un bene quasi pubblico, è probabile che i livelli di conoscenza ambientale o di intelligenza siano maggiori79, fornendo le basi per un’applicazione e un utilizzo più diffusi della conoscenza80.
Tassey (2005), ad esempio, sostiene che la conoscenza creata dai laboratori di ricerca delle imprese, dai laboratori governativi e dalle università può avere alcuni degli attributi di un bene quasi pubblico e svolgere un ruolo significativo nel consentire lo sviluppo di proprietà e tecnologie81. La diffusione di tale conoscenza può essere mediata attraverso meccanismi quali l'interazione sociale o le reti interpersonali, pubblicazioni commerciali, associazioni professionali, ecc. O attraverso i collegamenti diretti delle aziende con intermediari di conoscenza, come consulenti o istituzioni intermediarie.
Nelle industrie ad alta intensità di conoscenza, sono importanti il passaparola e l’interazione per la diffusione della conoscenza tacita o della conoscenza emergente che deve ancora essere codificata82. Le combinazioni hanno caratteristiche quasi pubbliche e possono essere particolarmente potenti nel generare esternalità positive di apertura, aumentando la produttività dell’innovazione delle imprese, al di sopra di quella suggerita dai loro investimenti privati nella creazione di conoscenza e nella ricerca esterna.





78 Jaffe, A.B., 1986. Technological opportunity and spillovers of R&D. American Economic Review 76, 984–100 - Jaffe, A., Trajtenberg, M., Henderson, R., 1993. Geographic localization of knowledge spillovers as evidenced by patent citations. Quarterly Journal of Economics 108, 577–598
79 Sadri, F., 2011. Ambient intelligence: a survey. ACM Computing Surveys 43 (4), 1–66.
80 Kovacs, G., Kopacsi, S., Haidegger, G., Michelini, R., 2006. Ambient intelligence in product life-cycle management. Engineering Applications of Artificial Intelligence 19 (8), 953–9
81 Tassey, G., 2005. The disaggregated technology production function: a new model of university and corporate research. Research Policy 34 (3), 287–303.
82 Asheim, B., Coenen, L., Vang, J., 2007. Face-to-face, buzz, and knowledge bases: socio spatial implications for learning, innovation, and innovation policy. Environment and Planning C: Government and Policy 25, 655–6

Questo brano è tratto dalla tesi:

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Informazioni tesi

  Autore: Lilith Russo
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2022-23
  Università: Università Telematica "Universitas Mercatorum"
  Facoltà: Scienze Economiche e Aziendali
  Corso: Scienze economico-aziendali
  Relatore: Carlo Borgomeo
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 105

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