Popular music e coscienza politica collettiva - Il caso inglese: dai Beatles ai premierati di Margaret Thatcher
Popular music e società britannica
L'epopea thatcheriana aveva lasciato in eredità al paese un pesante bagaglio di tensioni sociali, economiche e politiche. Tra il 1979 e il 1990 numerosi provvedimenti del governo avevano contribuito ad aumentare le distanze tra ricchi e poveri, ad inasprire il rapporto con i sindacati, a colpire il welfare state e, in definitiva, a rendere la società britannica più divisa e ineguale di quanto non lo fosse mai stata nel corso del dopoguerra.
L'elezione di Margaret Thatcher a leader del partito Conservatore nel 1975 era stata principalmente il frutto di una manovra volta a non rieleggere Heath, piuttosto che una scelta convinta e decisa su di lei. Il fatto che la Thatcher fosse esponente della corrente del partito che da anni propugnava il monetarismo, l'abbandono della politica del consenso e una sempre minore presenza dello stato nell'economia era, in quel momento un aspetto secondario. Tuttavia, e questa è un'opinione condivisa da molti osservatori, le premesse del cosiddetto thatcherism erano state poste ben prima dell'avvento della Lady di Ferro. L'alta disoccupazione, l'indebolimento del welfare state, le tensioni sociali a sfondo razziale connotavano già il clima pubblico nel Regno Unito durante gli anni '70. Anche il mondo della cultura, e della popular music in particolare, aveva iniziato con maggiore frequenza ad occuparsi di questi problemi, ma non solo di questi.
In quel decennio, la quantità di musica presente nelle vite delle persone era in continua crescita e, complice il maggior livello di impegno degli artisti, la popular music veniva presa e si prendeva molto più sul serio che in passato. Non deve sorprendere perciò che una decade caratterizzata da così tali e tanti eventi politici fosse anche così feconda dal punto di vista musicale. La popular music era, è vero, una industria multi-milionaria ma era anche un insieme di repertori e processi che in particolare i più giovani avvertivano come di loro appartenenza in modalità che altre forme di espressione artistica, insegnate nelle scuole e nei conservatori, non consentivano. Perciò queste canzoni a sfondo politico o sociale, se da una lato servivano alle carriere artistiche e agli azionisti delle compagnie discografiche, dall'altro avevano la funzione di incarnare le priorità degli ascoltatori.
Il messaggio delle canzoni a sfondo politico non è quello di trasmettere delle informazioni, il loro pubblico ha già ascoltato quei brani più e più volte e molte delle opinioni in essi contenute trovano già d'accordo quel pubblico. L'ascoltatore viene invitato per qualche minuto a immaginare di essere il narratore o l'artista, o entrambi. Perciò le canzoni politiche, la popular music in generale, possono incoraggiare il fruitore a calarsi nel ruolo di commentatore politico, di vittima, di ribelle e di tanti altri ruoli descritti nelle canzoni.
Già nella produzione musicale degli anni '70, oltre alle canzoni che parlavano di discoteche al sabato sera, temi come il razzismo o l'identità sessuale delle persone cominciavano ad essere oggetto di riflessione, non solo da parte di artisti politicamente impegnati ma anche da parte di pop star affermate42. The Kinks nel 1978 difendevano nel brano 'Out of the wardrobe' l'attitudine delle persone a indossare indumenti del sesso opposto. Dal punto di vista delle esperienze personali, in particolare dei giovani e in chiave politica, il decennio era già stato ricco di contributi.[...]
42 Tra queste Rod Stewart, 'The killing of Georgie', la storia di un giovane omosessuale ucciso in una aggressione da parte di una gang.
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Popular music e coscienza politica collettiva - Il caso inglese: dai Beatles ai premierati di Margaret Thatcher
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Informazioni tesi
Autore: | Bruno Santori |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2022-23 |
Università: | Università degli Studi di Teramo |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | SCIENZE POLITICHE INTERNAZIONALI |
Relatore: | Francesca Rosati |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 111 |
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