Donne allenatrici nel calcio: realtà e rappresentazione
Discriminazione di genere in ambito sportivo e le nuove generazioni
Fino a questo punto l’analisi ci ha portato ad affermare che il problema della discriminazione di genere, è tutt’ora un fattore rilevante negli ambiti sportivi. L’analisi del retroscena del problema ci ha permesso di capire l’origine del pensiero discriminatorio che per molto tempo ha influenzato generazioni e generazioni, e a questo punto la ricerca si pone il fine di analizzare e cercare di capire se, in un contesto ancora maschilista e chiuso come il calcio, l’influenza di pensiero si espande anche alle nuove generazioni. La ricerca si ispira ad altri lavori in ambito di discriminazione di genere e il gender gap nello sport, presenti in letteratura come per esempio Bridging the Gender Gap in Sport Leadership: An Evaluation of Female Soccer Coaches che tramite interviste qualitative ha cercato di dare spiegazioni sul perché il Title IX non ha, come si sperava, aperto le porte alla carriera di allenatrici a tante donne, mettendo in evidenza le barriere che esse incontrano, inoltre le ricercatrici di questo studio, hanno posto il loro interesse sulla percezione che le donne allenatrici hanno rispetto alla loro condizione28; ancora molto rilevante è uno studio di “Latasha Robertson” che mette i risalto, tramite interviste, la percezione che gli allenatori uomini hanno rispetto al ruolo delle loro colleghe donne29.
L’ipotesi
In letteratura sono presenti numerose ricerche che affrontano la tematica del gender gap, e lo studio di essi ha permesso di notare un fattore molto importante che ha dato spunto a questo lavoro di tesi. Al centro delle ricerche, nella maggior parte dei testi presenti in letteratura, vi è la percezione che le donne allenatrici hanno rispetto alla loro condizione; in altre ricerche invece, è messa in evidenza la percezione che gli uomini hanno rispetto alle colleghe allenatrici. Questo lavoro vuole invece dare voce agli atleti, in particolar modo ad un gruppo di età compreso tra i 10 e i 13 anni, mettendo la loro opinione al centro dell’intera ricerca per capire se la presenza di una donna coma allenatrice in una squadra di calcio, possa influire sulla loro partecipazione o sul loro apprendimento.
L’ipotesi che sta alla base di queste domande è che, se per approvata convinzione, si presuppone che il mondo del calcio sia un contesto maschilista e poco aperto al genere femminile, si sta allo stesso tempo affermando che il pensiero discriminatorio tende ad allargarsi anche alle categorie giovanili e che quindi, anche in una categoria u9-u12 la figura di una allenatrice non sia tollerata.
Se ciò è confermato dalla ricerca, lo scopo del lavoro è capire se le nuove generazioni siano influenzate dall’ambiente maschilista del calcio oppure l’influenza derivi dalle famiglie o dalla società.
Dalla ricerca, potrebbero essere rilevate 3 linee di pensiero e quindi 3 ipotesi:
1. Dai risultati emerge un pensiero discriminatorio; gli atleti preferiscono essere allenati da uomini.
2. Dai risultati emerge che i bambini, nella loro innocenza, sono estranei a pensieri discriminatori e accettano la figura delle allenatrici.
3. Dai risultati non emerge un pensiero discriminatorio ma piuttosto un senso di diffidenza nei confronti delle allenatrici. “non c’è differenza per me ma, non so se sarà all’altezza”
[28] Eguaoje, B.T. 2007, Bridging the gender gap in sport leadership: An evaluation of female soccer coaches, Nova Southeastern University.
[29] Robertson, L. 2018, A Qualitative Study on Coaches' Perceptions of Females Coaching Male Teams, Northcentral University.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Donne allenatrici nel calcio: realtà e rappresentazione
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Informazioni tesi
Autore: | Chiara Zingrone |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2022-23 |
Università: | Università degli Studi di Bologna |
Facoltà: | Scienze Motorie |
Corso: | Scienze delle attività motorie e sportive |
Relatore: | Roberto Farnè |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 47 |
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