Le "dis-comunicazioni": tipologie e processi
Verso una definizione di dis-comunicazione
Come rileva Anolli (2012, p. 321), può essere definita "dis-comunicazione" qualsiasi forma di comunicazione in cui gli aspetti impliciti del discorso sono più rilevanti di quelli espliciti ai fini della comprensione corretta del messaggio. Il prefisso "dis" sta dunque ad indicare la presenza di elementi che non sottendono al messaggio in sé, ma che vanno rintracciati nel contesto in cui viene emesso il messaggio, nel tipo di relazione esistente tra i comunicanti, oppure nell'uso delle funzioni paralinguistiche, come il tono e il volume della voce.
La dis-comunicazione è una forma di patologia sociale della comunicazione, che si sviluppa cioè attraverso l'interazione tra individui e gli snodi che, in modo fisiologico, viene ad avere la comunicazione quando si verificano fraintendimenti o interpretazioni parziali (Durant, 2009). La dis-comunicazione, infatti, non è sempre intenzionale, ma a volte avviene in maniera spontanea e inevitabile. Dal momento che l'informazione trasmessa in maniera esplicita non corrisponde al reale messaggio che l'altro intende mandare, occorre distinguere tutte le forme di dis-comunicazione da quelle di comunicazione, sebbene tali forme presentino funzioni, obiettivi e caratteristiche tra loro differenti.
Ad esempio, possono rientrare tra le forme di dis-comunicazione l'uso del linguaggio figurato o della parodia, così come il ricorso all'ironia, che non hanno necessariamente l'obiettivo di raggirare l'altro, anzi si fondano proprio sul contrasto tra ciò che si sta dicendo e ciò che si sta nascondendo o a cui si sta alludendo.
D'altra parte, altre forme di dis-comunicazione, come la comunicazione menzognera e quella seduttiva, vengono usate allo scopo di ingannare l'altro o di influenzarlo e, in questo senso, possono essere considerate a tutti gli effetti come una forma di comunicazione disfunzionale e volontaria. Esse sono inoltre potenzialmente patologiche, specialmente laddove chi ne fa uso in maniera sistematica non vi ricorre in maniera deliberata e intenzionale, ma perché spinto da specifici disturbi o sintomi psichiatrici (Ciceri, 2002).
La dis-comunicazione non va comunque ritenuta a priori come negativa. Essa, infatti, permette di esulare dalle modalità tradizionali di comunicare, aumentando i "gradi di libertà" (Anolli, 2012, p. 322) di chi comunica. Essa inoltre rivela la profondità del linguaggio e le possibilità di impiegarlo per trasmettere immagini e sensazioni che non sarebbero altrimenti comunicabili. È il caso, ad esempio, del linguaggio figurato, a cui si ricorre in poesia e in letteratura e che, attraverso metafore e similitudini, è in grado di ampliare gli elementi legati alla narrazione. Anche l'uso di espressioni idiomatiche conferisce maggiori sfumature a ciò che si sta dicendo.
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Le "dis-comunicazioni": tipologie e processi
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Informazioni tesi
Autore: | Cristina Moretti |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2020-21 |
Università: | Università Telematica "E-Campus" |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Scienze della comunicazione |
Relatore: | Simona Ruggi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 65 |
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