''Cut out of the same texture'': That Time e Not I di Samuel Beckett
La Voce
Enrico Testa, nel suo saggio Eroi e Figuranti, riguardo al personaggio nel romanzo di Beckett sottolinea una:
[…] radicale scissione tra persona e voce: alla debilitazione della prima, allo scardinamento del suo principium individuationis, all’evanescenza di ciò che potrebbe definirne l’identità (il sapere, l’esperienza, la sua modifica o crescita nel tempo) corrisponde il rafforzamento, ipertrofico e paradossale, della seconda, “da cui dipende tutto” e che tutto convoca in sé, inglobandolo e avvolgendolo.
Secondo West, proprio come esiste una scissione e dualità tra la mente e il corpo nella letteratura di Beckett, così anche l’individuo viene presentato come scisso, essendo costituito da voci. La voce narrante nella prosa di Beckett esemplifica la natura sfuggente dell’Io: è altamente ambiguo e instabile, in grado di dividersi in persone diverse, oltre che di cancellare se stesso del tutto. Ogni tentativo di definire la voce porta alla sua moltiplicazione e dispersione. Spesso nega di star parlando, o formula espressioni paradossali di accettazione e disconoscimento. Le molteplici voci, che appartengono a "persone" linguisticamente diverse, sembrano decostruire l’individuo nelle prime opere in prosa di Beckett.
La natura frammentaria dell’individuo che Beckett utilizza nelle sue prime opere continua nel suo teatro, lo “schismatic self" con l’individuo che percepisce a inseguire l’individuo percepito. Ma Beckett preferisce rappresentare la natura multiforme dell’individuo sottoponendo i suoi protagonisti ai diversi suoni e voci che risiedono all'interno della loro stessa psiche. Ciò che secondo West sembra essere costante tra le voci della prosa e quelle del teatro di Beckett, è un rifiuto di considerare la voce come parte di un individuo unificato. Questo si vede più chiaramente in Not I, quando Bocca nega con veemenza di raccontare la propria storia rifiutandosi di usare la prima persona, o in That Time, dove le tre voci si riferiscono a un Ascoltatore in seconda persona, nonostante appartengano a lui.
Come sostiene Brown, i pronomi si rivelano problematici nelle opere di Beckett, a causa del rifiuto del narratore di dire “I” (come in Not I); o nell'uso insistente del pronome “Tu” in That Time.
Tra i pronomi, la terza persona - la "non persona", esclusa dalla comunicazione - che generalmente funziona come un pronome anaforico, è solitamente distinta dalla prima e dalla seconda persona deittiche. Infatti, per considerare il linguaggio nella sua qualità materiale, è indispensabile prendere in considerazione un punto situato al di fuori della rappresentazione, un punto che non entra nella rappresentazione e non subordinato alla logistica linguistica. A livello strutturale il soggetto non può essere completamente identificato con il pronome “I” che, lungi dall'esprimerlo in modo esaustivo, può solo rappresentarlo.
Quindi secondo Brown questo soggetto non si adatta al suo solito significato di “agente” cosciente e autonomo dei suoi atti. I testi beckettiani accentuano questa inadeguatezza tra il soggetto dell'enunciato e il soggetto dell'enunciazione: il loro narratore rifiuta regolarmente i pronomi, denunciando la loro insufficienza. Questi processi mettono a nudo la struttura del linguaggio; è proprio in questo contesto che la scrittura dà voce alla dimensione del soggetto come reale: alla sua natura impenetrabile, "non nominabile". Un tale soggetto è completamente impegnato nell'enunciazione, in quanto lo si può sentire alle prese con la sua impossibile dimensione dell’esistenza. Nelle opere di Beckett – afferma Brown – ciò che è assente è l’Io simbolico: di certo, le apparizioni del pronome “I” si possono trovare nei testi, ma il personaggio o il narratore non smettono mai di negare qualsiasi legame tra questo pronome e se stesso come soggetto.
La voce beckettiana appare come «una pura enunciazione senza un soggetto o un'enunciazione in cerca di un soggetto».
Questo brano è tratto dalla tesi:
''Cut out of the same texture'': That Time e Not I di Samuel Beckett
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Informazioni tesi
Autore: | Martina Felline |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2020-21 |
Università: | Università degli Studi di Milano |
Facoltà: | Lingue e Letterature Straniere |
Corso: | Lingue e letterature straniere |
Relatore: | Maria Cristina Cavecchi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 61 |
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