Immagine di sé: una scoping review sulle prospettive di intervento per l'accettazione corporea
Immagine corporea negativa
L’immagine corporea negativa ha la sua origine nella discrepanza tra il corpo percepito e quello desiderato; in essa rientrano l’insoddisfazione e la vergogna per il proprio aspetto fisico e l’interiorizzazione degli ideali di apparenza proposti dal contesto e dai social media (Tylka, 2018). Si tratta di una combinazione di pensieri e sentimenti che incide negativamente sulla considerazione del proprio corpo e sul livello di soddisfazione associato (Barlett, Harris, Smith & Bonds-Raacke, 2005), e che può interferire con il funzionamento quotidiano, apportando sintomi depressivi, ansia e bassa autostima (Noles, Cash, & Winstead, 1985, in Rosen, Saltzberg & Srebnik, 1989).
Sulla base delle quattro componenti dell’immagine corporea (Slade, 1994), sono soprattutto la componente affettiva e quella attitudinale a determinare il livello di insoddisfazione corporea (body dissatisfaction), caratterizzata da un senso di ostilità verso il proprio corpo, derivante una valutazione negativa del corpo nella sua interezza o di alcune aree specifiche (Grogan, 2021). Infatti, l’alterazione delle componenti affettiva e cognitiva dell’immagine corporea determina un vissuto di “disagio corporeo”, nel cui costrutto sono comprese tutte le rappresentazioni disfunzionali legate all’immagine corporea negativa; come conseguenza, l’individuo può sperimentare vissuti negativi e insoddisfazione, che si riflettono a loro volta sui suoi pensieri e comportamenti (ad esempio, crede di non essere attraente, controlla continuamente la sua immagine nello specchio – body checking – o adotta stili alimentari restrittivi; McLean & Paxton, 2019).
L’insoddisfazione è un problema che riguarda in particolar modo – ma non solo – le adolescenti di genere femminile, prese in considerazione dalla presente ricerca, probabilmente perché considerano l’aspetto estetico un elemento primario nella considerazione di sé. Sebbene l’insoddisfazione corporea sia ormai diffusa in entrambi i generi, i livelli più alti di insoddisfazione maschile corrispondono in realtà a quelli più bassi di insoddisfazione femminile (Bucchianeri et al., 2013). Le statistiche (Fiske, Fallon, Blissmer & Redding, 2014) indicano che l’insoddisfazione prevale nelle donne (dall’11% al 72% della popolazione) rispetto agli uomini (dall’8% al 61%), a dimostrare che il normative discontent – nonché sentimento e collettivo di insoddisfazione corporea presente in una popolazione – di cui si parlerà nella scoping review, è diffuso soprattutto tra le donne nei paesi sviluppati (Lewis & Cachelin, 2001; Cocker & Abraham, 2014, citati in Murakami & Latner, 2015).
In una prospettiva culturale, infatti, in gran parte della popolazione femminile nelle società occidentali (Hooley, Butcher, Nock & Mineka, 2017), è stato riscontrato un vissuto negativo rispetto al proprio corpo, in particolare al proprio peso e alla propria forma. Questo si riflette nelle percezioni (attraverso la sovrastima delle proprie dimensioni corporee), nelle cognizioni (attraverso i sentimenti e le emozioni negative rispetto al proprio corpo) e nei comportamenti (attraverso la messa in atto di meccanismi di controllo o di evitamento; Glashouwer, Masselman & de Jong, 2019).
L’insoddisfazione per il corpo, oltre ad essere prevalentemente diffusa fra le adolescenti e le giovani donne occidentali, è stata osservata fin dai primi di vita (a partire dai cinque anni di età; Grogan, 2021). Tuttavia, coerentemente con quanto illustrato nel capitolo precedente, è proprio nel passaggio dall’infanzia all’adolescenza, in risposta ai repentini cambiamenti fisici e cognitivi, che insorgono le più grandi preoccupazioni relative al corpo; in questa fase dello sviluppo l’immagine diventa centrale e, specie nelle ragazze, il vissuto di insoddisfazione è legato a un’idea sempre più pervasiva di non apparire attraenti (Bornioli, Lewis-Smith, Slater & Bray, 2019; Bucchianeri, Arkian, Hannam, Eisenberg & Neumark-Sztainer, 2013). In uno studio del 2004 è stato osservato che, nella popolazione femminile, a partire dall’adolescenza si assiste a una sovrastima delle proprie dimensioni corporee, in particolare di vita, torace e fianchi, a dimostrazione del cambiamento nella valutazione e nella percezione di sé nelle ragazze adolescenti (Gila, Castro, Toro & Salamero, 2004).
Sebbene l’insoddisfazione, se moderata, possa motivare all’adozione di comportamenti salutari (ad es., nelle persone in sovrappeso), essa è associata a una distorsione percettiva ed affettiva dell’immagine corporea, che a sua volta può rappresentare un fattore di rischio per lo sviluppo di disturbi alimentari, depressione, ansia, bassa autostima, comportamento tabagico o abuso di alcolici e altre sostanze (Hooley et al., 2017; Dettore, 2008).
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Informazioni tesi
Autore: | Marta Carriero |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2021-22 |
Università: | Università degli Studi di Parma |
Facoltà: | Psicologia dell'intervento clinico e sociale |
Corso: | Psicologia |
Relatore: | Francesca Cavallini |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 78 |
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