Il rapporto tra la cultura e la storia: dalla semiotica alla letteratura russa
L'intelligencija russa: una fede intellettuale
Nel decennio compreso tra il 1838 e il 1848, si formarono una serie di intellettuali - tra questi ad esempio Turgenev, Tolstoj, Dostoevskij, Belinskij ed altri pensatori importanti - che fondarono un movimento denominato intelligencija che diede intensità morale ad un clima sociale e politico che nelle azioni, nelle parole, nelle motivazioni, si prolungò fino alla Rivoluzione del '17.
Un peso particolare, in questo periodo, lo ebbero soprattutto le idee filosofiche, considerate come pregne di conseguenze sconvolgenti oltre che per la Russia, anche per tutto l'Occidente; un esempio può essere rappresentato dalla filosofia hegeliana perché "senza il tipo di impostazione di cui essa fu insieme causa e sintomo" molti avvenimenti non sarebbero accaduti o perlomeno si sarebbero svolti in maniera differente.
Il contributo più grande dato dai pensatori e gli intellettuali di questo periodo è sicuramente l'invenzione della critica sociale, un nuovo metodo che evita di segnare distintamente il confine tra l'arte e la vita, accettando le contrapposizioni dei sentimenti e degli atteggiamenti umani, come amore e odio, lode e biasimo, che invece sono esposti in modo libero per i ritratti umani dei personaggi, per le forme artistiche, per il contenuto dei romanzi.
I critici russi proposero un modo diverso, nuovo, di porsi dinanzi al romanzo, che deriva essenzialmente dal proprio atteggiamento verso la vita: questo atteggiamento sarà poi definito come tipico dei membri dell'intellijencija, un fenomeno con implicazioni rivoluzionarie che favorì le trasformazioni sociali del mondo.
Sarebbe un errore, però, inserire gli intellettuali e i membri dell'intellijencija all'interno di un'unica realtà; i fautori del movimento si sentivano tra loro legati da qualcosa di più profondo e si consideravano una confraternita, uniti da un senso reciproco di fratellanza.
È essenziale, a questo punto, comprendere le radici profonde del movimento, analizzando il contesto storico e culturale in cui è nato.
Le riforme dello zar Pietro il Grande furono da un lato, per molti critici russi, alla base di una divisione sociale interna tra le persone dotate di istruzione e la «gente oscura», dall'altro l'avvio di un processo culturale di rinnovamento: egli inviò in Occidente giovani d'élite a completare la loro formazione e poi li mise a governare un popolo ancora feudale per molti aspetti.
Una svolta non meno importante per la Russia fu l'invasione napoleonica che spinse la nazione al centro dell'Europa e la rese conscia della propria forza e della possibilità di esercitare potere sugli altri paesi; le permise di essere riconosciuta come una grande nazione europea e alimentò un forte senso di nazionalismo patriottico presso il popolo russo.
Questo senso di unità collettivo aveva spinto molti giovani a intrecciare nuovi legami con il popolo, accresciuto da un senso di responsabilità di fronte alla regressione e alla miseria che colpivano la Russia e da un disagio morale diffuso.
In questo scenario gli intellettuali russi si rivelano particolarmente disposti ad assorbire le teorie e le dottrine romantiche tedesche, basate sostanzialmente sulla teoria che «ogni essere umano, ogni Paese, razza o istituzione ha il suo proprio scopo interiore, unico e individuale, che è di per sé un elemento "organico": si avvalgono del metodo organico, secondo cui bisogna saper percepire il principio impalpabile in base al quale ogni cosa compie il proprio sviluppo, portato avanti da un flusso di cui tutti gli elementi del mondo fanno parte.
Quando le idee romantiche dilagarono in Russia, furono interiorizzate in maniera differente dalla classe più conservatrice e da quella più progressista: la prima si aprì a quella visione della vita e della storia come un flusso impossibile da ostacolare o fermare e al quale si poteva soltanto prendere parte con la propria soggettività; la seconda, invece, si concentra particolarmente sul distacco da ogni tipologia di approccio analitico e razionale per accogliere e percepire la «progressione» del cosmo attraverso lo sgretolamento del vecchio e la creazione del nuovo.
Ma una delle differenze sostanziali tra la Russia e l'Occidente era sicuramente l'assenza sia di un Rinascimento che di una Riforma che aveva permesso una serie di mancanze all'interno della società: non esisteva una classe colta istruita ed in espansione, il tasso di analfabetismo era il più alto d'Europa, mancava una tradizione laica e, di conseguenza, la vita intellettuale presso i salotti di Pietroburgo e di Mosca era povera dal punto di vista contenutistico rispetto al fervore intellettuale di Parigi o di Berlino. [...]
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Il rapporto tra la cultura e la storia: dalla semiotica alla letteratura russa
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Informazioni tesi
Autore: | Filomena Esposito |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2021-22 |
Università: | Università degli Studi di Napoli - Federico II |
Facoltà: | Lettere moderne |
Corso: | Lettere |
Relatore: | Luca Marangolo |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 56 |
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