Il potere trasformativo del volontariato durante la pandemia di Covid-19: il ruolo dello stress related growth
La teoria dell'autodeterminazione: il legame tra benessere e volontariato
Poiché il volontariato differisce da altri comportamenti prosociali soprattutto per la dimensione di pianificazione che lo rende un'attività non spontanea, nel paragrafo precedente sono state prese in esame alcune ricerche che indagavano le motivazioni che avvicinano le persone ad esso. Uno studio più recente (Kwok, Chui & Wong, 2013), invece, ha inteso estendere la ricerca sulla motivazione al volontariato considerando la sua relazione con il benessere.
Gli autori sono partiti dalla considerazione che chi aveva prestato servizio in qualche associazione mostrava – in confronto a chi non era mai stato volontario – livelli più elevati di soddisfazione per la vita, la quale costituisce la componente cognitiva del benessere soggettivo insieme alla componente emotiva di bilancio edonico. Tuttavia, non è il fatto in sé di ingaggiarsi in un'attività di volontariato a promuovere il benessere, bensì le motivazioni sottostanti alla scelta di prestare servizio. Infatti, è stato dimostrato che azioni prosociali intraprese con un alto grado di intenzionalità e non per via di pressioni esterne o obblighi auto-imposti sono maggiormente in grado di influenzare l'esperienza stessa e, conseguentemente, il benessere (Weinstein & Ryan, 2010).
Secondo quanto postulato da Ryan e Deci (2000) nella loro teoria dell'autodeterminazione esistono due diversi tipi di motivazioni: estrinseca nel momento in cui si intende perseguire un certo risultato tramite l'attività svolta; intrinseca nel caso in cui si intraprenda un'attività per la soddisfazione che deriva dalla stessa. Quest'ultima garantisce una maggior efficacia comportamentale e una solida persistenza e determina un più elevato benessere soggettivo. Poichè alla base di tutte le motivazioni umane vi sono tre bisogni psicologici, è stato proposto un modello in cui il soddisfacimento di tali bisogni costituisce il mediatore tra la motivazione all'aiuto e gli effetti sul benessere (Kwok et. al., 2013).
I bisogni in questione determinano la possibilità di crescita personale, integrità e benessere e sono: autonomia, ossia la scelta libera e volontaria di agire un certo comportamento; competenza, ovvero la percezione di autoefficacia e il senso di controllo; relazione, intesa come bisogno di connessione con gli altri. La distinzione operata dalla teoria dell'autodeterminazione tra motivazione intrinseca, o autonoma, e motivazione estrinseca, o controllata, è particolarmente rilevante nel caso dei comportamenti prosociali, in quanto possono essere intrapresi sia per aderenza a valori personali sia per ottenere ricompense o per via di pressioni esterne. Infatti, più un comportamento, come la scelta di fare volontariato in questo caso, viene assunto in funzione di una motivazione intrinseca, maggiore è la probabilità di ricevere gratificazione in riferimento a tutti a tre i bisogni (Weinstein & Ryan, 2010).
Offrire aiuto ad estranei, difatti, può rappresentare un'esperienza che permette di vedere il proprio Sé sotto una luce positiva e porta le persone a pensare di poter fare la differenza. Anche per tale ragione il volontariato rafforza la percezione di avere controllo sull'ambiente in cui si è inseriti, l'autoefficacia, l'autostima e il positive affect. In tal modo è possibile il soddisfacimento del bisogno di competenza (Wilson & Musick, 2000). Inoltre il volontariato, essendo una forma di partecipazione sociale e offrendo la possibilità di interagire con persone diverse e stringere relazioni significative, può incrementare la fiducia negli altri, la tolleranza, l'empatia, il rispetto per il bene comune e la generatività. Infatti, per Weinstein e Ryan (2010) la capacità di aiutare gli altri è cruciale per instaurare e mantenere relazioni reciprocamente gratificanti e per creare capitale sociale. Di conseguenza il volontariato può assolvere il bisogno di relazione.
Infine, coloro che decidono di ingaggiarsi liberamente in un servizio in linea con i propri valori, possono sperimentare il soddisfacimento del bisogno di autonomia, il quale correla fortemente con la felicità e il benessere (Ryan & Deci, 2000).
Dalla ricerca di Kwok e colleghi (2013), in conclusione, è emerso che non è la partecipazione in attività di volontariato di per sé a migliorare il benessere delle persone, in quanto è solamente la motivazione intrinseca a correlare con la soddisfazione sia per l'attività stessa che per la vita, grazie alla mediazione del soddisfacimento di fondamentali bisogni psicologici.
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Il potere trasformativo del volontariato durante la pandemia di Covid-19: il ruolo dello stress related growth
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Informazioni tesi
Autore: | Francesca Formaggio |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2019-20 |
Università: | Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano |
Facoltà: | Psicologia |
Corso: | Psicologia per il benessere |
Relatore: | Andrea Gaggioli |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 156 |
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