Indagine qualitativa sulla salute occupazionale delle badanti straniere in Italia: raffronto fra fattori di stress e strategie di coping
La situazione particolare delle badanti straniere in Italia
Oltre al contesto lavorativo stressogeno che le accomuna alle loro colleghe italiane e agli operatori socio-sanitari, le badanti straniere si trovano in una situazione complicata ulteriormente da altri fattori.
Zito (2016) non a caso definisce le migranti “persone sole”. Lo stesso autore fa notare come nel quotidiano debbano simultaneamente riservare parte del proprio tempo al lavoro, ai rapporti interpersonali nel paese di destinazione e al dovere, caratterizzato pure da aspetti emotivi, di essere presente anche nel paese d’origine, luogo dove i propri parenti continuano a portare avanti le loro vite.
In ogni caso, solo considerando i tre fattori – essere donne, essere straniere e svolgere un lavoro svalutato e poco retribuito – combinati insieme è possibile avere una visione sufficientemente dettagliata delle loro difficoltà.
L’osservazione più approfondita delle condizioni delle donne immigrate, badanti e non, ha consentito ai ricercatori di individuare un altro fenomeno della società contemporanea: le famiglie transnazionali. Si tratta di famiglie i cui membri, separati dalle frontiere, trascorrono gran parte del loro tempo divisi gli uni dagli altri pur riuscendo lo stesso a sentirsi uniti e a mantenere l’idea di famiglia (Bryceson & Vuorela, 2002). Anche se sarebbe rischioso riassumere i singoli casi in generalizzazioni troppo semplificate, la dispersione geografica e il mantenimento di legami stretti fra i paesi d’origine e di immigrazione sono le due caratteristiche che rimangono costanti (Le Gall, 2005; Razy & Baby Collin, 2011; Parrenas, in Ehrenreich & Hochschild, 2004). I migranti, nel momento in cui lasciano i propri congiunti, non mettono in pausa i rapporti con il paese d’origine (Ambrosini, 2007) ma, grazie anche ai moderni mezzi di trasporto e comunicazione, riescono a costruire reti e collegamenti che superando i confini vanno da un luogo all’altro (Lisma, 2013).
Il fenomeno delle famiglie transnazionali è stato descritto solo di recente ma non è nuovo, come si può vedere da studi risalenti agli anni ’70 e ’80. In ogni caso si è accentuato grazie alla globalizzazione (Lisma, 2013), la quale ha portato e sta portando tuttora sempre più persone a lasciare il proprio luogo d’origine per raggiungere un’altra nazione, spesso attraversando più di una frontiera.
Diversi ricercatori (Le Gall, 2005; Ambrosini, 2007) hanno suggerito il proprio modello per descrivere le famiglie transnazionali cercando di venire a capo delle molteplici differenze fra i singoli casi, differenze dovute ai tipi di famiglia, paesi d’origine (con tutte le implicazioni legate all’appartenenza o meno all’Unione Europea) e di arrivo e modalità di spostamento (Lisma, 2013). Le Gall (2005), in particolare, distingue le famiglie transnazionali secondo due grandi categorie: la "genitorialità transnazionale" (parentalité transnationale) e la "parentela transnazionale" (parenté transnationale). La prima categoria è centrata sul rapporto a distanza fra genitori e figli, che risultano separati dopo la migrazione di uno o di entrambi i genitori/figli. Le “madri a distanza”, già trattate da Hondagneu-Sotelo e Avila (1997), sarebbero un esempio poiché dopo aver affidato i figli ad altri parenti, di solito più anziani, lasciano il proprio paese in cerca di migliori prospettive di lavoro, con il fine ultimo di trovare più risorse economiche per accudire la prole. Solitamente una corrispondenza regolare fra i due attori in gioco accompagna e mantiene saldo questo legame (Le Gall, 2005) riuscendo solo in parte a compensare il vuoto affettivo che si è creato. Non sono infatti eccezionali i casi di madri che dopo alcuni anni trascorsi lontano non vengono più riconosciute dai figli (Lisma, 2013).
Rientrano invece nella categoria “parentela transnazionale” tutte quelle famiglie allargate i cui membri, geograficamente dispersi, continuano a mantenere contatti e relazioni stabili fra di loro (Le Gall, 2005). Non sempre è possibile distinguere in maniera chiara fra le due categorie dal momento che ciascun singolo caso, a seconda di come viene considerato, può rientrare nella prima come nella seconda.
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Indagine qualitativa sulla salute occupazionale delle badanti straniere in Italia: raffronto fra fattori di stress e strategie di coping
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Informazioni tesi
Autore: | Edoardo Cipriani |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2019-20 |
Università: | Università degli Studi di Torino |
Facoltà: | Psicologia |
Corso: | Psicologia |
Relatore: | Daniela Converso |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 398 |
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