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Formule conversazionali della lingua russa: un'analisi contrastiva russo-italiano

Principi alla base della conversazione

Il linguaggio scritto per molto tempo ha ricevuto maggiore attenzione da parte degli studiosi poiché veniva visto come la forma più importante del linguaggio umano. Il motivo è in parte dovuto al fatto che in passato era difficile analizzare quanto le persone dicevano senza avere accesso alla tecnologia che oggi permette di registrare e analizzare accuratamente discorsi orali. Dall'altro lato, la lingua scritta era dotata di maggior prestigio sociale, se pensiamo che solo le classi più abbienti e con un maggiore potere sociale sapevano scrivere.

Oggigiorno, alla lingua parlata viene riconosciuta un'importante funzione sociale, che permette alle persone di sviluppare e mantenere relazioni sociali. Inoltre, viene riconosciuto che è proprio attraverso la lingua parlata che la lingua stessa si rinnova. Le nuove parole tendono ad apparire prima nei discorsi, nelle conversazioni e dopo vengono introdotte dai lessicografi nei dizionari. Il linguaggio conversazionale ha quindi acquisito un ruolo riconosciuto dai linguisti come oggetto di studio ben distinto.

Halliday (1989) sosteneva che il parlato è un processo, presenta una visione dinamica in continuo cambiamento non revisionabile.
Lo scritto invece è un prodotto, presenta una visione sinottica, ne vediamo solo il risultato della programmazione, elaborazione e revisione, di cui c'è maggiore evidenza che nel parlato. La conversazione è la nostra porta di accesso all'interazione sociale, permette alle persone di tenersi in contatto. Gli studiosi, i linguisti hanno ben compreso che l'interazione conversazionale ha delle proprie regole che possono essere ben diverse da quelle che di solito i linguisti intendono quando si parla di regole. Questo sia per quanto riguarda la forma ma anche l'espressione e il suo contenuto.

La conversazione tiene in considerazione del punto di vista pragmatico che incorpora ben altri aspetti al di fuori di quelli strettamente orientati alla descrizione sintattica e semantica. Quando parliamo di conversazione non possiamo non citare Grice, studioso di pragmatica che ha elaborato una delle teorie centrali in linguistica pragmatica: La teoria dell'implicatura conversazionale. Il concetto di implicatura è associato a Grice (1975), il quale ha osservato che durante una conversazione c'è
A distinction between what the speaker has said (in a certain favoured, and maybe in some degree artificial, sense of 'said'), and what he has implicated (e.g. implied, indicated, suggested), taking into account the fact that what he has implicated may be either conventionally implicated (implicated by virtue of the meaning of some word or phrase which he has used) or non-conventionally implicated (in which case the specification of the implicature falls outside the specification of the conventional meaning of the words used (Grice 1968, 1993: 166).

Se prendiamo come esempio alcune delle espressioni che andremo in seguito a presentare come ad esempio l'espressione di rifiuto A smysl che potremmo tradurre con un equivalente italiano 'qual è il senso?' possiamo notare come queste espressioni possono significare ben altro da quello che il parlante semplicemente dice, creano in termini linguistici un'implicatura, un significato implicito che differisce dalle parole pronunciate. A smysl viene compreso in una conversazione tra due parlanti russofoni che hanno un rapporto informale come un'espressione di rifiuto a una proposta, riluttanza verso qualcosa, per questo all'interno di un contesto assume un senso che va ben al di là del senso letterale.

Questo concetto può essere spiegato a partire dall'idea che le persone quando interagiscono seguono un principio cooperativo (Grice 1975:45). Il filosofo inglese ha spiegato questo principio con le seguenti parole: "Make your conversational contribution such as is required, at the stage at which it occurs, by the accepted purpose or direction of talk exchange in which you are engaged". Sia nella fase di produzione che di ricezione della lingua non ci focalizziamo solo sulle parole ma capiamo che queste parole sono prodotte all'interno di un contesto, teniamo quindi conto di variabili come tempo, spazio e relazione (Sutherland 2016:153). Grice (1975) ha individuato quattro massime intese come regole di condotta linguistiche che tendiamo a seguire quando comunichiamo con gli altri.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Formule conversazionali della lingua russa: un'analisi contrastiva russo-italiano

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Informazioni tesi

  Autore: Regina Buono
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2020-21
  Università: Università degli Studi di Milano
  Facoltà: Lingue straniere per la comunicazione internazionale
  Corso: Lingue straniere per la comunicazione internazionale
  Relatore: Paola Cotta Ramusino
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 139

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