L'evoluzione del mercato azionario italiano:l'IPO di Poste Italiane Spa

Terminata la fase dell'offerta, il titolo è sbarcato in borsa il 27 ottobre 2015 e per lo stesso giorno fu fissato il pagamento delle azioni.
Il Prezzo d'Offerta, uguale al Prezzo Istituzionale, fu fissato in euro 6,75 per azione, per un controvalore complessivo di € 3058 milioni, esclusa l'opzione Greenshoe e al lordo di commissioni e spese relative all'operazione.
Questo importo poteva essere aumentato fino a 3364 milioni di euro, in caso di utilizzo dell'opzione greenshoe riconosciuta al Consorzio di collocamento istituzionale.
La capitalizzazione totale di Poste Italiane spa corrispondeva a circa 8.816 milioni.


Il Ministro dell'Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan, ha giudicato in molto positivo l'esito dell'operazione dichiarando: "La privatizzazione di Poste Italiana si è conclusa con successo. È un successo in termini quantitativi, perché la domanda è stata parti a più di tre volte l'offerta, e in termini qualitativi, perché hanno aderito tanti piccoli risparmiatori ma anche grandi investitori, dall'Italia e dall'estero. È una dimostrazione di fiducia nel piano industriale dell'azienda ma anche nel nuovo corso dell'Italia".

Nonostante la grande fiducia dimostrata dagli investitori, il "battesimo" di Piazza Affari risultò piuttosto fiacco, infatti, il titolo di Poste Italiane dopo un rialzo dell'1,6% registrato all'apertura verso metà mattinata virò in negativo.
Venne registrato, comunque, un boom per la quantità di scambi effettuati: passarono di mano 106 milioni di titoli, per un controvalore di circa 720 milioni di euro.
In pratica, in un solo giorno, venne scambiato circa l'8,1% dell'intero capitale.
La società puntò su investitori di medio – lungo termine e le richieste arrivarono un po' da tutto il mondo: Regno Unito, Stati Uniti, Canada, Cina e Kuwait.

Vincenzo Longo di Ig, analizzando lo scarso risultato ottenuto dal titolo, affermò che "è mancato l'apporto della componente speculativa e molti degli investitori potrebbero aver deciso di liberarsi anzitempo del titolo".

Gabriele Roghi, responsabile della consulenza agli investimenti di Invest Banca dichiarò, altresì: "Poste Italiane non è propriamente uno sprinter ed è abbastanza normale che si stia comportando in questo modo nel primo giorno di quotazioni. Anche il fatto che il prezzo non fosse stato fissato al massimo della forchetta lasciava pensare a un esordio tutto sommato tranquillo".

L'amministratore delegato Francesco Caio dichiarò che, a prescindere dal risultato, era stato comunque "un traguardo e un punto di partenza, una nuova fase che si basa sull'aver portato sul mercato servizi e valori di Poste, ha aggiunto, siamo fiduciosi e consapevoli degli obietti da raggiungere. L'azienda dovrà misurarsi con investitori che ci guardano e si aspettano l'attuazione del piano che abbiamo a grandi linee già tratteggiato".

Il 29 ottobre 2015 il titolo è calato ulteriormente, probabilmente per il deflusso dei sottoscrittori delusi dalla scarsa redditività delle azioni.
Per l'AD Francesco Caio, tuttavia, il titolo doveva essere valutato in un periodo più ampio e, secondo la sua opinione, ad alimentare aspettative di una forte crescita era stata l'elevata domanda registrata in fase di collocamento. [...]