Le aziende calcistiche negli anni 2000: un'analisi evolutiva del calciomercato

Un momento cruciale del decennio fu l'acquisto del Chelsea da parte del multimiliardario russo Roman Abramovich. La squadra londinese, a differenza di Manchester City e Paris Saint Germain in seguito, era già una squadra importante prima della nuova proprietà, seppur non di massimo livello: le sette stagioni precedenti a quella dell'acquisto il club era riuscito a concludere il campionato ogni anno tra la sesta e la terza posizione; inoltre in passato diversi giocatori importanti fecero parte della squadra quali Ruud Gullit, Gianluca Vialli, Gianfranco Zola e Marcel Desailly.
A causa di una crisi economica societaria, a Giugno 2003 l'allora presidente Bates decise di vendere al magnate russo Abramovich il club per circa 140 milioni di sterline. Il neo proprietario iniziò immediatamente a investire cifre enormi nel club con l'obiettivo di portarlo al top in poco tempo: al suo primo anno acquistò giocatori di un calibro molto elevato quali Makélélé, Verón, Crespo e Joe Cole terminando la stagione al secondo posto e raggiungendo la finale di Champions League.
Questo fu solo l'inizio, negli anni successivi gli investimenti continuarono con l'acquisto di Drogba, Carvalho, Robben, Cech, Essien, Shevchenko, Anelka e altri. Le ingenti somme spese portarono immediati risultati con l'assunzione di allenatori tra i migliori al mondo quali Mourinho nel 2004 e Ancelotti nel 2009; la squadra vinse il campionato due volte nei primi tre anni di presidenza di Abramovich e riuscì ad affermarsi come una tra le squadre più importanti al mondo in poco tempo.
Questa "impresa" può essere considerata il preludio a ciò che avvenne con Manchester City e Paris Saint Germain in tempi più recenti, fu una dimostrazione che il grande potere di spesa potesse garantire una rapida ascesa alle società meno importanti.