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Evoluzione del marketing politico e comunicazione pubblica - Un confronto internazionale nell'era del Covid-19

Il processo di marketing politico di Niffenegger

Nel 1988, Philip Niffenegger propone un modello di marketing politico ricalcante l’utilizzo del tradizionale marketing mix, adattato in tal caso alle campagne elettorali. Il framework proposto da Niffenegger, illustrato in figura 2.1, si fonda sull’importanza delle ricerche di marketing, volta a realizzare una segmentazione efficace del mercato elettorale e, dunque, all’utilizzo delle 4P. Come si è già visto, tale visione è stato ripresa più volte da altri ricercatori e si fonda sull’approccio del marketing sociale già descritto nel capitolo I: il partito politico o il candidato deve identificare bisogni, desideri, interessi e valori della collettività a cui si rivolge e riuscire a coordinare le leve operative in modo tale da rispondere nel migliore dei modi alle necessità dell’elettorato.

Niffenegger (1988) attribuisce il ruolo chiave del suo lavoro alla marketing research: questa non attiene soltanto all’identificazione dei problemi sociali, economici e politici, realizzabile anche grazie alle semplici abilità personali dell’uomo politico; quanto alla determinazione dell’intensità della percezione dei problemi da parte di vari gruppi di soggetti votanti. È chiaro, infatti, che i problemi sono percepiti in modo differente dai vari segmenti che compongono la massa dell’elettorato, in virtù delle diverse sensibilità che si sviluppano e che solo il processo di segmentazione è in grado di far emergere. Avendo definito la segmentazione, il partito o il candidato utilizzerà le leve di marketing operativo per adattare la sua strategia nei confronti dei diversi segmenti e trovare la migliore posizione per ognuno di questi. 


Sebbene vengano qui adoperate le 4P convenzionali del marketing mix (Product, Place, Promotions, Price), Niffenegger ne illustra il significato specifico in tal caso.
• Product. Il prodotto è qui il complesso dei benefici che gli elettori ritengono si vedranno realizzati in caso di vittoria del candidato o del partito. Le promesse elettorali sono rese note facilmente durante la campagna elettorale: queste sono ripetute continuamente e sono pubblicizzate attraverso i diversi canali comunicativi. I benefici non saranno però percepiti se le promesse fatte durante la campagna elettorale parranno irrealizzabili o poco credibili.
• Price. Niffenegger include tra i costi che gli elettori sostengono quelli sostenuti nell’eventualità di una elezione: eventuali riduzioni di spesa pubblica o aumenti di tasse, ma anche costi di immagine o psicologici. Ad esempio, tra i costi di immagine considerati vi sono quelli inerenti all’impatto sulla reputazione nazionale che il neoeletto politico potrebbe provocare: se questi aumenterà il peso del paese nel consesso internazionale o se peggiorerà la country reputation. Tra i costi psicologici annoverati, vi sono quelli relativi alla compatibilità o incompatibilità di ideali e valori tra elettore ed eletto.
• Place. La distribuzione attiene a tutti gli sforzi posti in essere dal candidato per arrivare ai potenziali elettori: non soltanto apparizioni televisive e sui media, ma anche l’azione svolta dai volontari e attivisti di partito che tramite badge elettorali, raduni e concorsi, giungano a rendere familiare il programma elettorale all’elettore. I luoghi dove si instaura l’incontro tra il candidato e il cittadino possono variare e possono essere siano fisici che figurati: si dovrà cercare di raggiungere i luoghi più adatti ad incontrare i segmenti target nel più breve termine possibile in prossimità delle elezioni.
• Promotion. La comunicazione in senso ampio attiene alla copertura ottenuta dagli spazi gratuiti concessi dai media (tv, stampa) al fine di garantire il pubblico dibattito e quella ottenuta mediante campagne comunicative e pubblicitarie a pagamento. Sono distinte nel presente modello 4 tipologie di strategie comunicative:
1. concentration strategy: concentrare buona parte del budget a disposizione nei confronti di uno specifico segmento;
2. timing strategy: impiegare immediatamente una grande mole di risorse nei confronti dei segmenti dove il candidato è più forte, così da stimolare la spesa ed erodere le risorse degli avversari politici;
3. strategy of misdirection: evitare attacchi frontali diretti contro un rivale molto forte, così da far sbilanciare l’avversario e far leva sui suoi errori per il contrattacco;
4. strategy of negative campaign: realizzare una campagna fondata sul confronto, anche acceso, con l’antagonista: tale strategia è ritenuta da Niffenegger “l’ultima spiaggia”, poiché la sua adozione potrebbe portare a ritorsioni in termini di consenso elettorale.

Tale elenco appare, alla luce delle esperienze elettorali intercorse fino all’epoca moderna, incompleto: non sono qui contemplate le campagne comunicative emozionali che, attraverso lo storytelling, stanno sempre più caratterizzando il panorama della competizione politica.

Il modello proposto da Niffenegger è in grado di far cogliere l’importanza della ricerca di marketing finalizzata alla segmentazione e alla micro-segmentazione: l’azione delineata alla luce delle evidenze qui proposte sarà maggiormente efficace in quanto il candidato potrà ottenere diversi posizionamenti rispetto ai vari target e adattare di volta in volta le leve del marketing mix. Tuttavia, tale modello non è in grado di cogliere, non ponendosene l’obiettivo, le differenze esistenti, pur rilevanti, tra la scelta di voto politica e la scelta di acquisto di un bene di consumo.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Evoluzione del marketing politico e comunicazione pubblica - Un confronto internazionale nell'era del Covid-19

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Informazioni tesi

  Autore: Andrea Ucar
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2019-20
  Università: Università degli Studi del Sannio
  Facoltà: Scienze Manageriali
  Corso: Scienze economico-aziendali
  Relatore: Riccardo Resciniti
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 131

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