Diffusion weighted imaging in ambito senologico caratterizzazione delle lesioni e influenza delle variazioni di temperatura corporea sul coefficiente di diffusione apparente
Materiali e metodi
Tutte le pazienti sono state esaminate mediante magnete General Electric SIGNA 1.5 T, con bobina 1.5 HD BREAST HARRAY 8 canali (fig.1), caratterizzata da un'elevata risoluzione spaziale e da una buona omogeneità di segnale.
La prima fase di un esame RM della mammella è quella dell’accoglienza: si verificano i dati anagrafici, la proposta d’esame e l’insussistenza di controindicazioni assolute alla esecuzione dell’esame.
E’ assolutamente necessario eseguire l’esame di Risonanza Magnetica della mammella con mdc nella seconda settimana del ciclo mestruale (tra il 7° e il 14° giorno dalla comparsa della mestruazione), poiché in questa fase l’enhancement del mezzo di contrasto nel normale parenchima ghiandolare è marcato al minimo.
Anche il valore dell’ADC infatti si modifica durante le diverse fasi del ciclo mestruale in relazione alle modificazioni morfo-strutturali della ghiandola mammaria in risposta alle differenti concentrazioni ormonali.
Quando il tecnico di radiologia accoglie il paziente ha il compito fondamentale sia dal punto di vista pratico che legale, di accertarsi che l'assistito abbia portato con se la richiesta per l'espletamento dell'esame compilata dal medico curante o dal reparto richiedente, soprattutto dovrà accertarsi che il modulo del consenso informato sia stato compilato correttamente in ogni sua parte e che sia stato adeguatamente firmato dal medico e controfirmato dal paziente. Infatti è al momento della firma di questo documento che il paziente viene messo a conoscenza di cosa andrà a fare e delle complicazioni che ci potrebbero essere.
Tuttavia può succedere che a volte il paziente non abbia firmato tale documento e che non sia stato adeguatamente istruito sulla tipologia d'esame che andrà ad espletare; in questo caso è compito del tecnico porre nuovamente le domande riportate sul documento per farglielo firmare se non ci sono controindicazioni.
E’ molto importante richiedere al paziente i precedenti, che possono riguardare non solo risonanze già espletate ma anche altri esami sempre eseguiti sul distretto anatomico d'interesse, in questa metodica infatti per il medico radiologo è di fondamentale importanza esserne in possesso al momento della refertazione.
La seconda fase consiste nella preparazione del paziente. Il personale infermieristico preparerà l’occorrente per l’incannulazione della vena.
Il tecnico di radiologia appronta la sala diagnostica con bobine dedicate allo studio e prepara con l’ausilio del personale infermieristico il bolo di mezzo di contrasto e di fisiologica caricando con essi l’iniettore automatico.
La terza fase consiste nell’esecuzione dell’esame. La paziente viene invitata a sdraiarsi sul lettino in posizione prona fornendole apposite cuffie fonoassorbenti. Particolare attenzione va posta al posizionamento delle mammelle all’interno del supporto-bobine cercando di evitare piegature nella pelle.
La paziente viene posizionata prona, con le braccia distese in avanti e con le mammelle leggermente compresse. La posizione prona minimizza gli artefatti dovuti agli atti respiratori. Sarà nostro compito informare la paziente sull'esecuzione dell'esame, sulla durata, sul rumore, sulla posizione da tenere e dei problemi relativi agli artefatti da movimento, per ottenere dalla paziente la massima collaborazione possibile.
Inoltre in un esame in cui venga utilizzato il mezzo di contrasto sarà di fondamentale importanza avvisare la paziente al momento dell'iniezione, tranquillizzandola, perché un paziente che viene messo a conoscenza di tutti i possibili fattori di disturbo al momento dell'esecuzione dell'esame spesso è più collaborante e tranquillo.
La scelta del piano di acquisizione dipende sia dalla personale scelta del medico radiologo che dal quesito diagnostico.
I piani di acquisizione più spesso utilizzati sono l’assiale e il coronale. Una neoplasia localizzata a contatto con il muscolo pettorale andrebbe studiata con acquisizioni sul piano assiale, mentre una neoplasia che coinvolge la regione del prolungamento ascellare andrebbe studiata con acquisizioni sul piano coronale.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Diffusion weighted imaging in ambito senologico caratterizzazione delle lesioni e influenza delle variazioni di temperatura corporea sul coefficiente di diffusione apparente
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Informazioni tesi
Autore: | Gianpaolo Fini |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi Gabriele D'Annunzio di Chieti e Pescara |
Facoltà: | Medicina e Chirurgia |
Corso: | Corso di Laurea in Tecniche di Radiologia Medica per Immagini e Radioterapia |
Relatore: | Armando Tartaro |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 24 |
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