Ecofemminism: a research prefiguration about relationship between women, nature and capitalism
Il capitalismo patriarcale in rapporto con la donna e l'ambiente
Il termine "Patriarcato", nelle scienze sociali, identifica un sistema sociale nel quale gli uomini predominano e detengono il potere. Attualmente il patriarcato per alcuni sembra appartenere alle epoche passate in quanto la società di oggi è industrializzata, democratica e globalizzata mentre per altri - i movimenti femministi - si domandano se tale termine non raffiguri perfettamente il sistema di dominio presente.
La risposta viene fornita da Maria Mies, una sociologa tedesca, la quale sostiene che definire il patriarcato come "governo dei padri" risulti molto riduttivo. Difatti, questo concetto deve essere ampliato per poter descrivere esattamente il mondo contemporaneo: il patriarcato non è solo il governo dei padri ma anche quello dei mariti, dei datori di lavoro, dei manager delle grandi organizzazioni, degli uomini a capo delle istituzioni democratiche, i quali prendono delle decisioni che cambiano la nostra vita quotidianamente. In altre parole, il patriarcato presente nella società contemporanea consta di un insieme di relazioni sfruttanti e di dominio, nel quale la loro diffusione non è casuale.
Scegliere di utilizzare tale concetto in modo ampliato ci permette di descrivere il carattere sistematico ed universale delle relazioni sfruttanti e oppressive nei confronti delle donne e della natura, consentendo di sfruttare in modo più efficace la lotta femminista anti-patriarcale e i suoi obiettivi; inoltre, solo se consideriamo il patriarcato come un sistema fondate di queste relazioni è possibile comprendere come si sia affermato e quali mezzi vengono utilizzati tuttora per mantenerlo attivo.
Tale concetto permette di collegare le lotte del presente con quelle del passato, infondendo la speranza che possa esserci un futuro migliore. «Tutto ciò che ha un inizio ha anche una fine» un concetto alla base di numerose filosofie e che può, in un certo senso, applicarsi anche al patriarcato, il quale è un fenomeno che ha avuto inizio nella storia ed è probabile che avrà anche una fine. Riprendendo ciò che è stato esplicato nei paragrafi precedenti, il capitalismo senza il patriarcato non ce l'avrebbe fatta e il patriarcato senza il capitalismo non sarebbe diventato il sistema di dominio principale dell'uomo sulle donne e sulla natura a livello globale; infatti, si può pensare al patriarcato come l'alleato più potente del capitalismo. Il sistema capitalista nasce dopo il patriarcato: infatti, fin dalle società più antiche e medievali, tale sistema era diffuso nel mondo ma non era esclusivo.
Con la nascita del nuovo sistema economico e di dominio capitalista, le classi dominanti si accorsero subito di come il rafforzamento e la diffusione del patriarcato rendeva molto più facile la crescita capitalista basata su una costante accumulazione di ricchezze e profitti sempre maggiori delle classi più potenti a discapito del resto della popolazione. Il patriarcato ha tolto potere alle classi contadine e lavoratrici poiché minava la loro coesione, ha tolto voce alle donne, permetteva un controllo sempre maggiore sulla riproduzione e sui mezzi di (ri)produzione. Ciò non accadeva solo in Europa ma anche nelle colonie, in particolare nelle società precolombiane, nel quale la resistenza agli espropri, ai furti e alle violenze fu vinta rompendo la coesione sociale (allontanando le donne dagli uomini) ed introducendo forme di sottomissione della donna che in quelle società non esistevano, come il matrimonio combinato, l'obbligo di procreare, il divieto di abortire e molto altro. Dunque, il capitalismo patriarcale descrive quel sistema che per espandere la sua ricchezza ha necessariamente bisogno di riprodurre in maniera costante la logica patriarcale ossia un continuo stato di oppressione e sfruttamento delle donne in tutto il mondo.
Il patriarcato fa leva sulla divisione sessuale del lavoro per governare e gestire le relazioni tra uomini e donne; infatti, per lungo tempo, essa ha instaurato un ordine simbolico che costringe le donne e gli uomini a adeguarsi a modelli di genere percepiti come naturali, quando in realtà sono costruiti sulla base di attitudini, abilità, funzioni e compiti attribuiti alle immagini di maschio e femmina a cui dovrebbero conformarsi. I rapporti tra donne e uomini si formano dentro tale realtà che determina regole di comportamento, aspettative, valori, paure, desideri, costruzioni simboliche, immaginari che ogni individuo possiede, poiché portati ad essere così dalla nascita. Per questa organizzazione del potere, è stato essenziale porre in risalto la distinzione tra donne addette alla cura di persone e all'attività domestiche, definite "donne per bene", e altre delegate alla soddisfazione sul piano sessuale degli uomini, dunque "le donne per male".
Negli anni '50 del 900, al patriarcato è caduta la maschera a causa della riflessione di donne presenti in tutti i campi del sapere e del sociale: non è una disposizione naturale e quindi immutabile ma di una costruzione storico sociale che ha gerarchizzato maschile e femminile. Nel tempo, non tutti vi si sono conformati, la storia mostra innumerevoli esempi in tal senso, ma coloro che non si adeguano devono sempre pagare un prezzo di esclusione, emarginazione, stigma sociale. Il semplice fatto è che il compito di consolare, riparare, mantenere, prendersi cura di persone, animali e cose dovrebbe essere assunto prioritariamente da tutta la componente umana, uomini e donne. Invece è, ancora oggi, assegnato alle donne come aspetto intrinseco della loro femminilità, mentre l'uomo può scegliere di condividerlo o disinteressarsi, la sua maschilità non verrà messa in crisi, anzi è data per scontata, e quindi accettata e legittimata, una dose di selvatichezza intrinseca alla propria natura di maschio che aspetta di essere frenata e ingentilita dalle donne che lo circondano. In compenso all'uomo è assegnato come tratto identitario naturale l'occuparsi di quanto concerne le attività di carattere pubblico, economico, politico necessarie alla vita delle collettività.
La divisione sessuale del lavoro ha prodotto la storia che conosciamo, ha plasmato nei millenni la soggettività di uomini e donne. Le donne, addette alla cura della vita, sono diventate un prodotto da possedere da parte di uomini che le avrebbero ricompensate con la sussistenza economica, con la difesa dalle minacce esterne all'ambito domestico, dalle violenze pubbliche e private: in cambio hanno provato, con tutti i mezzi possibili, a limitarle nelle loro possibilità di movimento, nelle aspirazione di realizzare se stesse al di fuori della naturale categoria di appartenenza, e chi è riuscita in questo intento ha dovuto compiere enormi sacrifici.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Ecofemminism: a research prefiguration about relationship between women, nature and capitalism
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Informazioni tesi
Autore: | Antonietta Del Gaudio |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2020-21 |
Università: | Università degli Studi di Napoli - Federico II |
Facoltà: | Sociologia |
Corso: | Sociologia |
Relatore: | Dario Minervini |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 80 |
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