Approccio in cure palliative nel paziente marocchino e alla sua famiglia a Reggio Emilia
La gestione della salma nel paziente marocchino
Abbiamo parlato fino ad ora di come gestire il dolore e le relazioni che ci sono tra gli operatori e il malato ma anche della sua famiglia e come riuscire a comunicare con loro e a rispettare le loro decisioni e scelte, ora introduciamo un argomento altro importante come la gestione della salma nella persona di cultura araba. Preparare la salma dopo la morte del proprio caro è fondamentale soprattutto per i famigliari del morente. La gestione della salma e nelle mani dei famigliari e non degli operatori, sono loro che eseguono l'igiene e lavano la persona morente, se la persona è donna ad eseguire queste procedure sono le sue figlie e le nuore se ci sono, mentre quando è un uomo la salma rimane nelle mani dei figli maschi e dei suoi fratelli. Gli operatori sociosanitari devono avere caro questo aspetto perché questo permette ai famigliari di salutare il loro caro per l'ultima volta e permette a loro di piangere e sfogare e di esprimere il loro dolore e di elaborare il lutto. Dopo la preparazione della salma ci sono i funerali dove si presentano tutti i famigliari, gli amici e i conoscenti della persona morente, ogni uno cerca di sostenere i parenti della persona morente. Il disagio sta nel fatto quando una persona di origine marocchina muore qui in Italia viene deciso da lei in vita o dai famigliare dove sarà la sua tomba se nel paese di origine oppure nel paese dove è morta, spesso questo argomento mette in discussione tutti i membri della sua famiglia se lei prima di morire non esplicita dove vorrebbe avere la sua tomba. Spesso viene esplicitato dalla persona prima di morire di voler essere sepolta nel suo paese di origine, ma a volte i figli che vivono qui con le loro famiglie decidono di avere la tomba del loro caro qui in Italia perché è più vicina e possono andare a visitarla quando vogliono, mentre quando si presenta ad esempio in Marocco diventa molto difficile farle visita più volte. Infatti, nella cultura araba le visite alla persona morente viene eseguita almeno una volta alla settimana soprattutto quando la persona a loro cara è morta di recente, permette a loro di pregare per lei e leggere il Corano in suo nome. Quando invece la persona morente e la sua famiglia decidono di portare la sua salma nel suo paese di origine è un trasferimento faticoso e richiede un sostegno economico, e qui subentrano gli amici e i parenti del morente che sostengono la famiglia della persona che è morta sia economicamente che psicologicamente. A volte quando la persona malata è in fin di vita e si trova qui in Italia che non è il suo paese di origine prende la decisione di tornare al suo paese di origine e morire vicino ai suoi cari e famigliari, un trasferimento che richiede tempo, assistenza 24/24, il rischio di aggravarsi delle sue condizioni, la paura dei suoi famigliari e soprattutto se ha dei figli più grandi, anche se più delle volte i figli chiedono al padre o alla madre che in fin di vita di ripensare a questa decisione perché purtroppo l'assistenza che si presenta qui in Italia non è la stessa che si presenta nel suo paese di origine, sempre una questione di carenza di farmaci, di assistenza alle cure palliative, i medici e i professionisti che non possono fornire oppioidi per il dolore e per alleviare la sofferenza. Spesso si trovano in conflitto la persona morente e i suoi famigliari nel prendere la decisione, ma spesso, e più delle volte è la persona se è lucida decidere dove poter morire e le cure che li si sottopongono. Gli operatori sanitari devono cercare di sostenere il paziente di cultura araba in tutte le decisioni prese, cercare di avere la consapevolezza dei suoi famigliari, senza pregiudizi, di permettere a loro di elaborare il lutto e di preparare la salma, di sostenerlo quando questo non vuole essere sottoposto a sedativi, di voler rimanere cosciente per poter pregare e salutare i suoi cari per l'ultima volta, di voler condividere il suo dolore con i suoi famigliari, non tutti i pazienti vorrebbero rimanere coscienti e non accettare la sedazione, alcuni chiedono loro stessi di avere qualcosa per dolore per poter migliorare la sua qualità di vita. La rete sociale come amici e famigliari sono molto presenti nel periodo di malattia del paziente, ciò significa che gli operatori devono permettere la visita a quasi tutte le persone che vanno in ospedale per visitarlo rispettando le direttive del reparto, è un sostegno fondamentale per il malato perché si sente consolato, considerato, sostegno morale.
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Approccio in cure palliative nel paziente marocchino e alla sua famiglia a Reggio Emilia
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Informazioni tesi
Autore: | Oumaima Jamil |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2020-21 |
Università: | Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia |
Facoltà: | Medicina e Chirurgia |
Corso: | Infermieristica |
Relatore: | Maurizio Cocchi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 37 |
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