La costruzione del brand televisivo contemporaneo: il caso betevé e i media di prossimità culturale
La nascita di BTV – Barcelona Televisió
Nel complesso dunque Barcelona Televisió nasce in un contesto nel quale la mission del servizio pubblico è fondamentalmente assente dal panorama del settore, nel quale non vi è alcun organo di raccordo organico tra i vari attori pubblici e i differenti livelli di competenza.
Il quadro giuridico di assoluta instabilità e fluidità, nonché il lassismo delle autorità politiche e giudiziarie nel definire norme e limiti giuridici al settore e nell’imporne il rispetto sfocia in un atteggiamento di tolerància condicionada che perdura per buona parte degli anni Ottanta e guida gli orientamenti del mercato fino ai Novanta. Le peculiarità di questo contesto fanno sì che la televisione locale nata in Catalogna in quegli anni sia, secondo le parole di Josep Àngel Guimerà i Orts, “la televisione locale possibile in quel contesto o, in altre parole, quella tollerata dai governi di quel momento”.
La nascita di Barcelona Televisió come canale volto ad unificare in sé le esperienze delle dieci televisioni distrettuali precedenti nella città di Barcellona fa sì che questo canale nasca in un contesto nel quale fare televisione locale non era già più solo un anelito democratico di recupero delle identità culturali su base locale e basata sul lavoro amatoriale, ma una questione di matrice socio-culturale più professionale. L’intento è produrre contenuti che possano competere per professionalità e qualità con quelli delle televisioni di livello superiore come TV3, TVE ed i grandi broadcaster privati, mentre il modello maggiormente promosso in questa fase è quello della televisione pubblica a servizio della nazione.
Dalla seconda metà degli anni Novanta si differenzia sempre più lo stile e la separazione delle funzioni tra le televisioni locali private e quelle pubbliche, con le prime che si orientano sempre maggiormente verso una programmazione in grado di garantire ritorni in termini pubblicitari, e le seconde che assumono in via sempre più esclusiva il ruolo di servizio pubblico che era stato svolto in origine soprattutto dai canali privati di matrice civica e popolare.
Con la definitiva stabilizzazione del quadro normativo negli anni Duemila la televisione locale di prossimità trova spazio e riconoscimento dentro il sistema di trasmissione digitale terrestre, di cui si programma l’entrata in funzione di lì a pochi anni. Questo nuovo sistema spezza definitivamente il legame forzato tra canale e territorio, rendendo possibile la visione dei canali locali in un’area ben più vasta di quanto non fosse precedentemente possibile. Ciò a sua volta, unitamente alle evoluzioni stimolate dal mercato, porta ad un’attenzione sui contenuti che definiscono una programmazione totalmente incentrata sul territorio e la vita quotidiana della comunità a cui si riferisce, mentre parallelamente vengono messe da parte le istanze di partecipazione cittadina attiva alla gestione.
Si delinea quindi complessivamente un contesto che ha subito evoluzioni profonde nell’arco degli ultimi quarant’anni. Barcelona Televisió, sin dalla sua nascita, si è inscritta a pieno nei fenomeni qui descritti e ha seguito generalmente l’evoluzione del proprio settore fino al 2016, quando, con il cambiamento dei vertici della dirigenza, si è deciso di optare per un cambio di paradigma profondo e di sperimentare un nuovo modo di essere un media locale che la colloca all’avanguardia per quanto riguarda le tendenze del settore negli anni a venire.
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La costruzione del brand televisivo contemporaneo: il caso betevé e i media di prossimità culturale
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Informazioni tesi
Autore: | Michele Bodo |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2016-17 |
Università: | Università degli Studi di Bologna |
Facoltà: | Lettere |
Corso: | Scienze dello spettacolo e della produzione multimediale |
Relatore: | Veronica innocenti |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 116 |
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