"Bestie" di Aldo Palazzeschi
Bestie antropomorfizzate
Le bestie di Palazzeschi, pur rimanendo animali, con i tratti specifici della loro specie, raggiungono come si è visto un alto grado di antropomorfizzazione, cosicché sembra quasi non esserci nessuna differenza tra queste e l'uomo, anzi le caratteristiche umane diventano prerogative delle bestie, che infatti ridono, parlano, pensano, sperano, si ricordano del passato e pensano al futuro, tanto che spesso è difficile persino fare una distinzione tra le due specie. Così «la figura di una signora coperta per la massima parte da un grande ventaglio rosso», altro non era che una scimmia, mentre il grande «uccello luminoso fatto d'argento e d'oro simile a un astro» si rivela essere, come abbiamo già detto, una decaduta principessa russa.
Mentre gli uomini vengono paragonati ad animali proprio per sottolinearne gli aspetti negativi, alle bestie vengono attribuite peculiarità che provengono dal mondo animale, ma con una connotazione positiva, come ad esempio nella novella Pompona, nella quale il galletto Zarù fa «passi da struzzo», per indicare le sue dimensioni eccezionali e allo stesso tempo la paura che ha della massaia, la «fame da lupo» di Cocò rappresenta la sua voglia di sopravvivere, il leone vegetariano Kan viene paragonato ad un cane quando cammina affianco alla sua ex domatrice. Sempre al cane è paragonato Gaio, il vitello che "fa le feste al padrone", il randagio Nino invece è astuto come una volpe che sfugge ai vigili urbani che gli danno la caccia.
Palazzeschi si allinea quindi con il suo scrivere favolistico e scherzoso ad una tendenza caratteristica dei bestiari del Novecento che consiste nella progressiva soggettivizzazione degli animali protagonisti. Consapevoli di se stessi e del proprio spessore morale, essi si trasformano in "animali-soggetto" e si appropriano di prerogative umane come sensibilità, logica, intelligenza, saggezza: «[…] è l'universo zoomorfo, in quanto tale, cosciente di sé, ad essere riscattato rispetto all'umano». Ma comunque la vita dell'uomo, come quella di ogni altro essere vivente, sembra essere deputata a «un unico destino di comune e reciproca violenza e sopraffazione». A questo alludono le pulci, "naturalmente" avide di sangue, quando commentano il comportamento dell'uomo capace di essere assassino del proprio amico e fratello. [...]
Questo brano è tratto dalla tesi:
"Bestie" di Aldo Palazzeschi
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Informazioni tesi
Autore: | Eleonora Picchio |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2020-21 |
Università: | Università degli Studi di Macerata |
Facoltà: | Lettere |
Corso: | CURRICULUM MODERNO E CONTEMPORANEO |
Relatore: | Laura Melosi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 59 |
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