Il concetto di rivoluzione in Ernesto Guevara, la Rivoluzione cubana e il dibattito su Rinascita (1959-1969)
L'incontro con la rivoluzione cubana
Nel novembre del 1955, ormai in Messico, Guevara incontra in casa di Maria Antonia Gonzales, un'amica dei rifugiati cubani, Fidel Castro. Nel maggio dello stesso anno Castro era stato liberato da Batista, insieme ad altri partecipanti al fallito assalto alla caserma Moncada e, arrivato all'Avana, venne accolto alla stazione da migliaia di cubani che lo fecero scendere dal treno e lo portarono in trionfo per le vie della città. Nonostante la freddezza dei comunisti cubani del PSP nei confronti del Movimento 26 luglio, che avrebbe dovuto confortare Batista e i servizi segreti americani nel supporre che il rivoluzionarismo di Castro fosse soprattutto verbosità ed entusiasmo giovanile, l'inaspettata ed esplosiva ripresa di contatto tra Castro ed il popolo, allarmò nuovamente Batista. In seguito ad alcuni attentati dinamitardi in alcuni locali pubblici della capitale cubana ed all'intensificarsi di azioni di censura nei confronti delle dichiarazioni di Castro, sia giornalistiche che radiofoniche, il futuro "lider maximo" rilasciò un'intervista nella quale precisava:
"Noi ripudiamo i metodi terroristici, perché sono inumani, antirivoluzionari e perché favoriscono indirettamente in governo. Per quanto ci riguarda, Batista può dormire solo, senza alcuna scorta, nel Parque Central dell'Avana. La nostra linea e la mobilitazione delle masse, non la cospirazione…".
Tuttavia, così come suo fratello Raul qualche mese prima, anche Fidel Castro preferì abbandonare l'isola per rifugiarsi in Messico.
L'incontro con Guevara, che evidenziò straordinarie comunanze di vedute tra i due rivoluzionari, fu un punto di svolta importantissimo e determinante. Le idee di Castro sulla necessità di provare a condurre una lotta di popolo armata per la conquista del potere politico e per porre fine alla presenza imperialista nordamericana nell'isola caraibica, coincidevano con le precise convinzioni del Che, rafforzatesi durante l'esperienza guatemalteca. Guevara identificò nel progetto della spedizione armata a Cuba, con l'obiettivo di creare le prime formazioni combattenti che avrebbero progressivamente conquistato il consenso della popolazione, l'opportunità che, ormai da parecchi mesi, cercava e quando la vide materializzarsi non esitò un attimo ad entrare nel gruppo dei cubani.
Visti gli studi di medicina e l'esperienza maturata nei viaggi in America latina, il ruolo di Guevara avrebbe dovuto essere quello di medico della spedizione ma ciò non gli impedì di partecipare all'addestramento militare, sotto la guida del generale repubblicano spagnolo Alberto Bayo. Guevara iniziò anche, in accordo con Castro, a tenere lezioni su Marx ed il marxismo ai cubani del Movimento 26 luglio. Tuttavia la sua identificazione col movimento cubano non era totale, soprattutto a causa dell'aspetto ideologico. Guevara si rendeva conto che la maggior parte di quei giovani non erano marxisti o erano addirittura anticomunisti perché si sentivano vittime degli attacchi politici del Partito Socialista Popolare (PSP), di ispirazione comunista, che li aveva attaccati e liquidati sprezzantemente, senza cercare di capirne le ragioni. In effetti, all'indomani del fallito assalto alla caserma di Santiago de Cuba, il PSP sconfessò l'azione, definendolo un metodo putschista che nel passato aveva rappresentato lo strumento tipico, quanto vano, di fazioni pseudorivoluzionarie piccolo-borghesi. Non solo. Facendo proprie le valutazioni generali elaborate nella tesi del movimento comunista internazionale, i dirigenti comunisti latino-americani giudicarono l'azione dei castristi una pericolosa provocazione e diffusero il sospetto che queste forme di lotta potessero anche nascondere una manovra dell'avversario imperialista. [...]
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Il concetto di rivoluzione in Ernesto Guevara, la Rivoluzione cubana e il dibattito su Rinascita (1959-1969)
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Informazioni tesi
Autore: | Rosario Fontanella |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2005-06 |
Università: | Università degli Studi di Torino |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Scienze politiche e delle relazioni internazionali |
Relatore: | Aurelia Camparini |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 124 |
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