Il linguaggio silenzioso: analisi contrastiva della Lingua dei Segni Italiana e il British Sign Language
Galateo del buon udente
A conclusione di questo capitolo vogliamo segnalare alcune norme, o meglio, semplici regole che gli udenti dovrebbero adottare durante una conversazione con una persona sorda. Un soggetto con un deficit uditivo non potrà mai affrontare un'interazione simile a quella di due normali udenti e, di conseguenza, se non si conosce la lingua dei segni è opportuno seguire delle indicazioni che cercheranno di rendere la comunicazione abbastanza comprensibile sia per la persona udente che per la persona sorda. Cercheremo di racchiudere una serie di norme nel seguente decalogo del "galateo del buon udente":
1) Innanzitutto, è importante che vi sia mantenuta una determinata distanza tra i due interlocutori, nello specifico 1 metro e mezzo/2 metri, in modo che la persona sorda riesca a leggere il labiale;
2) altro aspetto da non sottovalutare è quello di guardare sempre in faccia la persona con cui si sta comunicando e, soprattutto, si deve avere il viso rivolto verso la luce;
3) quando si comincia a parlare si devono scandire le parole in maniera molto chiara, senza che vi siano storpiature delle stesse, altrimenti risulterà molto difficile capire cosa si sta dicendo;
4) l’utilizzo di frasi sintatticamente non complesse è il più ideale quando si parla con una persona sorda in quanto essa potrà capire subito quello che si sta dicendo, senza che la persona udente debba riformulare la frase con termini più semplici;
5) sono molto importanti le espressioni facciali poiché rendono la conversazione ancora più comprensibile e coerente con quello che si sta esprimendo;
6) il tono della voce deve essere normale, e non si deve adottare quel tipico tono di quando si parla ad un bambino. Le persone sorde sono sempre persone, oppure non si deve gridare: se una persona ha un determinato deficit purtroppo questo tipo di azione è totalmente inutile;
7) nella lingua vocale esistono una serie di consonanti che sono difficili da comprendere per un soggetto audioleso, quindi, è importante che il movimento delle labbra sia sempre ben visibile;
8) per quanto riguarda i nomi propri di persona, di località geografiche o termini che non si conoscono è consigliabile utilizzare la scrittura, ossia, prendere un foglio, una penna e scrivere lo specifico termine a cui si fa riferimento, oppure, la persona udente potrebbe utilizzare la cosiddetta dattologia se la conosce (questo argomento sarà oggetto di approfondimento nel terzo capitolo);
9) è importante accettarsi che la persona sorda con cui si sta interagendo abbia capito quello che si sta dicendo, quindi, è opportuno chiedere se la conversazione sta andando
bene oppure no;
10) infine, non ci si deve arrendere alle prime avversità e continuare a provarci, quindi, non arrendersi se la persona sorda non comprende, anzi, si deve avere una grande forza di volontà e una buona dose di pazienza affinché la conversazione sia un bel momento per entrambi gli interlocutori e, soprattutto, non metta in soggezione colei/colui che non può sentire.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Il linguaggio silenzioso: analisi contrastiva della Lingua dei Segni Italiana e il British Sign Language
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Informazioni tesi
Autore: | Caterina Pilò |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2019-20 |
Università: | Università degli Studi della Calabria |
Facoltà: | Lingue e Letterature Straniere Moderne |
Corso: | Lingue e culture moderne |
Relatore: | Mirko Casagranda |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 77 |
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