Integrazione di fotovoltaico e geotermia a bassa entalpia nel settore agricolo: Caso Studio - Ipotesi di rilancio del centro sperimentale A.N.A.P.I.A. di Canino (Vt)
L’esplorazione geotermica italiana
L'Italia è un paese ricco di fenomeni geotermici, in particolare sono stati localizzati prevalentemente sotto forma di sorgenti, oltre 485 “punti” termali (Carella & Fabio 1990, Campiotti et. Al. 1990). L'esplorazione geotermica in Italia comincia all'inizio del XX secolo, con indagini presso la zona di Larderello, successivamente si allargo anche verso l'area del monte Amiata con Bagnore e Piancastagnaio.
Negli anni 50'-70' l'esplorazione geotermica si estende al Lazio, Campania e Sicilia. Oggi, sul territorio italiano, ci sono oltre 2000 perforazioni profonde per l'esplorazione dei sistemi geotermico, l'elevato costo delle perforazioni a spinto ha concentrarle li dove logistica strumentale e flusso geotermico lo rendevano conveniente, non è sempre detto infatti che ci sia la certezza di trovare un acquifero con le caratteristiche adatte allo sfruttamento.
Nell'Italia settentrionale gli acquiferi termali sono dislocati all'interno di due tipi di formazioni rocciose:
- Clastiche e prevalentemente sabbiose della pianura Padana del Piemonte e della Lombardia, e nell'area Veneto-Emiliana situata intorno al delta del Po'.
- Carbonatiche, sul margine Est della pianura Padana lombarda, nell'area dei Monti Lessini-Berici, nella pianura Friulana (alla foce del fiume Tagliamento) e nell'area ferrarese.
In Piemonte ci sono fenomeni sorgivi che arrivano a 70°C, in Lombardia sporadici fenomeni geotermici sono presenti nelle aree circostanti Milano compresi tra Pavia e Cremona. In Veneto i più interessanti lungo i bordi delle Prealpi, nei pressi di una cintura carbonatica che circonda i Colli Berici ed Euganei con temperature di 86° C e oggi sfruttati a scopo turistico termale in località alberghiere.
Le acque reflue di questi impianti hanno un grande potenziale non utilizzato, in quanto sono sempre oltre i 40° C e una portata di oltre 3500 mc/h nella stagione più umida, sarebbero infatti ideali negli impianti a bassa entalpia con funzione agricola. Infine non si può non menzionare il grande potenziale di un acquifero che vicino Ferrara tra i 900 ed i 2000 m di profondità arriva a ben oltre i 100° C di temperatura.
Scendendo lungo la maremma Toscana, troviamo all'interno di una formazione carbonatica mesozoica un acquifero tra i 500 ed i 1000 m di profondità che raggiunge i 50° C di temperatura, una caratteristica molto diffusa nella regione, la zona del monte Amiata infatti trova oggi molte applicazioni geotermiche sia per la produzione elettrica che per le piccole-medie industrie. Non si può non menzionare infatti l'esempio dell'azienda agricola di San Martino, presso Monterotondo Marittimo , provincia di Grosseto, che vanta un'ottima produzione casearea i cui macchinari sono alimentati dal vapore geotermico della zona.
In particolare nel Lazio le indagini interessano fondamentalmente il settore settentrionale, dal distretto Vulcanico Sabatino a quello Vulsino, e solo parzialmente quello dei Colli Albani, questo perché proprio il settore Nord-occidentale è caratterizzato da un forte gradiente geotermico. Anche qui un serbatoio carbonatico esteso su oltre 450 Km2 di età paragonabile a quello Toscano ma più superficiale è caratterizzato da temperature di 50° C. In questa regione oggi si contano oltre 100 pozzi geotermici profondi. Le aree interessante sono principalmente l'area costiera da Montalto Di Castro a Civitavecchia, l'area compresa tra Vetralla e Sutri caratterizzate da numerosi sorgenti spontanee di acqua calda, una piccola area nei pressi di Monte Canino (di particolare interesse per il lavoro in oggetto a questa tesi) ed un'altra nei pressi di Valentano.
Le esplorazioni evidenziarono grandi serbatoi di acquiferi ad alta salinità e bassa permeabilità. Le caratteristiche sfavorevoli di queste riserve idriche e alcuni problemi di carattere logistico- ambientale scoraggiarono uno sviluppo e utilizzo indiretto delle risorse geotermiche Laziali. Attualmente sono in produzione solamente i campi geotermici Toscani, con Larderello e monte Amiata, con una produzione geotermica installata di 810 MWe (Bertani, 2007) ed una produzione di energia elettrica di 5500 GWhe/a, pari al 25% della produzione elettrica regionale dell'1,7% di quella nazionale e il 10 % della produzione geotermoelettrica mondiale. Nonostante l'Italia vanta un'intensa attività nell'impiego indiretto delle risorse geotermiche, stando al quinto posto nel mondo per produzione geotermo-elettrica, presenta ancora oggi un grande decifit nello sviluppo degli impieghi diretti.
Il report eseguito dall'UGI (Unione geotermica Italiana) nel 2007 inserisce l'area Civitavecchia-Tolfa tra le aree con risorsa geotermica accertata per possibili usi non elettrici.
Continuando a scendere lungo la penisola troviamo che gli acquiferi delle formazioni carbonatiche a sud-est di Benevento sono caratterizzati da fluidi con temperature superiori a 90°C fino a profondità di 1200 – 1400 metri. Nell'area Napoletana dei Campi Fregrei e sull'isola di Ischia le stesse temperature si trovano a profondità molto minori.
Nel Campi Fregrei in particolare la superficie complessiva interessate supera i 55 Km2. Ancora più a sud in Calabria troviamo manifestazioni vicino Cosenza (Terme Luigiane), ad est degli Appennini invece la stretta cintura che và da Pescara al Golfo di Taranto troviamo acquiferi con temperature di 60° C fino a 2000 m di profondità. Nelle isole, in Sicilia, le aree di maggior interesse sono situate lungo la cintura costiera sud-occidentale; gli acquiferi della Sciacca dovrebbero contenere acqua a temperatura superiore a 90° C fino anche qui a 2000 m di profondità. Infine la Sardegna mostra la presenza di acquiferi termali nel settore occidentale, ma a parte alcuni sondaggi negli ultimi anni, quest'area non è stata studiata ancora in modo appropriato.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Integrazione di fotovoltaico e geotermia a bassa entalpia nel settore agricolo: Caso Studio - Ipotesi di rilancio del centro sperimentale A.N.A.P.I.A. di Canino (Vt)
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Informazioni tesi
Autore: | Antonio Loiacono |
Tipo: | Tesi di Master |
Master in | MASTER EFER - Efficienza energetica e Fonti Rinovabili La Spaienza |
Anno: | 2010 |
Docente/Relatore: | Luca Rubini |
Istituito da: | Università degli Studi di Roma La Sapienza |
Coautore: | Andrea Del Moro |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 172 |
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