Il rapporto con il territorio nell'educazione con i ragazzi con bisogni educativi speciali: Il caso studio Campus Crescita Auxilium

Il ruolo di educatore come mediatore entra in campo anche nella relazione per permettere che si istaurano rapporti significativi promuovendo, nel contempo, la cultura della disabilità come qualcosa di diverso ma altrettanto ricco.
Gestire la diversità: «ossia in grado di relazionarsi con la diversità, di crescere attraverso la diversità e di rispondere alla diversità Gestire non significa dominare, né organizzare e neppure ordinare la diversità, ma piuttosto prendersi cura della diversità, sentirsi responsabili del diritto alla diversità reciproca».
L'educatore professionale deve supportare e guidare la persona con disabilità attraverso un lavoro di osservazione e la conoscenza sempre più minuziosa dell’altro. Esso si occupa di pianificare, in collaborazione con la famiglia, un progetto educativo individuale che caratterizza la suddivisione di attività in contesti di vita normale con l’intento di favorire una condizione di benessere per il disabile. Il lavoro che svolge l’educatore con il disabile deve essere individualizzato e continuo. Osserva e analizza i bisogni, rileva le risorse, gestisce e verifica gli interventi educativi continuamente, in un’ottica d’integrazione multidisciplinare; cura lo sviluppo ed il recupero delle capacità relazionali e d’interazione (relazione d’aiuto ed empatica).
Per ultimo, ma non di meno importanza, pone al centro del suo agire la persona nella sua complessità, poiché il disabile, prima di essere tale, è persona e come tale deve essere considerato senza farci coinvolgere solo dalla parte malata, sia essa fisica o mentale.