Auditory-Motor Mapping Training: Esperienza clinica su un gruppo di soggetti con Disturbo dello Spettro dell'Autismo
Livello morfo-sintattico
Le competenze morfo-sintattiche sono molto variabili nell’ASD, tuttavia Wittke e colleghi mediante l’analisi di campioni di eloquio spontaneo hanno evidenziato la presenza di quattro gruppi significativi:
1. Bambini che sono rimasti non verbalizzati o minimamente verbalizzati all’età di 5 anni e che hanno prodotto un campione di eloquio spontaneo insufficiente alla valutazione;
2. Bambini che hanno mostrato abilità cognitive non verbali e lessicali-semantiche in norma, ma marcate difficoltà morfo-sintattiche;
3. Bambini che hanno presentato difficoltà cognitive non verbali, lessicali-semantiche e morfo-sintattiche: il campione di eloquio è ridotto ma strutturalmente povero di errori morfo-sintattici; inoltre, sono presenti comportamenti linguistici peculiari quali gergo ed ecolalia che, per l’appunto, risultano frequenti in bambini con scarsa produzione verbale;
4. Bambini con abilità linguistiche e cognitive non verbali appropriate per età.
Al di là di questa ricerca è frequente osservare un linguaggio spontaneo con strutture frasali ridotte e agrammatiche, che presentano caratteristiche tipiche quali omissioni o sostituzioni della morfologia verbale. In particolare quest’ultime sono riferite ai marcatori di tempo e accordo, nonché ai pronomi, quando si modifica il caso, il genere e il numero. A questo riguardo, un errore ricorrente è l’inversione pronominale, ovvero l’uso della seconda o terza persona al posto della prima, talvolta accompagnata anche dal riferimento a sé con il proprio nome piuttosto che con l’io. La difficoltà nell’uso di pronomi è generalmente vista come parte di una più ampia difficoltà con la deissi, l’aspetto linguistico che codifica il continuo cambiamento di ruoli tra parlante e ascoltatore. Si rileva anche la presenza di ecolalia differita, una caratteristica linguistica espressiva dell’ASD, che consiste nella ripetizione identica, in termini di elementi e intonazione, di un modello verbale a distanza di tempo dall’esposizione. Essa si realizza quando il bambino memorizza un gruppo di suoni di cui non è in grado di analizzare le singole componenti, che diventano inaccessibili a ulteriori elaborazioni e di conseguenza all’uso flessibile e creativo nell’eloquio spontaneo.
L’ecolalia differita spesso possiede uno scopo comunicativo, sebbene sia frequentemente inadeguato al contesto. Infine, il linguaggio dei soggetti con ASD può essere caratterizzato a livello morfo-sintattico da stereotipie verbali, ovvero la ripetizione continua e interferente di suoni, parole o frasi senza alcun apparente legame con il contesto comunicativo e che hanno la funzione di autostimolazione e autoregolazione emotiva.
• Livello pragmatico
«La pragmatica è l’abilità di capire e saper usare il linguaggio in contesti sociali e comunicativi.» La sua compromissione è distintiva dell’ASD. I bambini con Autismo ignorano le regole conversazionali (alternanza del turno, coerenza, pertinenza ed esaustività) che rendono la comunicazione linguistica uno strumento sociale, mostrandosi orientati più al contenuto che alla relazione.
Il motivo di quanto descritto risiede nel fatto che l’acquisizione delle competenze pragmatiche è strettamente connessa alla cognizione sociale. Infatti, nei soggetti con ASD si denota la mancanza di intersoggettività e di riconoscimento del valore sociale della comunicazione. In generale, è spesso descritta una difficoltà nella comprensione del linguaggio non letterale, tuttavia una recente ricerca suggerisce che questa non sia intrinseca nell’ASD, sostenendo la presenza di un deficit pragmatico selettivo che limita le capacità pragmatiche all’elaborazione egocentrica del contesto. In linea con questa interpretazione, le difficoltà pragmatiche non riguardano una generale incapacità di usare il contesto nell’interpretazione di un’espressione, ma le dimensioni intersogettive di uso del linguaggio, ovvero i processi pragmatici che richiedono uno spostamento di prospettiva. I soggetti con ASD presentano maggiori difficoltà quando è richiesta l’integrazione di feedback provenienti da più fonti per monitorare lo scambio sociale. In conclusione, il quadro delle competenze pragmatiche nell’ASD non è riducibile allo stereotipo “over-literal” e necessita di una maggiore attenzione per rispondere ai bisogni e alle esigenze dei soggetti con ASD.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Auditory-Motor Mapping Training: Esperienza clinica su un gruppo di soggetti con Disturbo dello Spettro dell'Autismo
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Informazioni tesi
Autore: | Noemi Scarciofalo |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2018-19 |
Università: | Università degli Studi di Verona |
Facoltà: | Medicina e Chirurgia |
Corso: | Logopedia |
Relatore: | Anna Cinì |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 194 |
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